Il treno dei desideri….all’incontrario va

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«Mi accorgo di non avere più risorse senza di te. E allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te. Il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va». Era il 1968 e così cantava Adriano Celentano in “Azzurro”, in cima a tutte le hit parade. Sembra infatti che dal 12 dicembre sia impossibile acquistare il biglietto del Frecciarossa che fa tappa nella città martire. Impossibile trovare l’opzione di acquisto sul sito, presente invece fino all’11 dicembre.

Una complicata realtà

Sembra essere più scuro il cielo sopra il treno che in pompa magna nel giugno del 2020 veniva accolto tra applausi, feste e tricolori a Cassino. Il Frecciarossa che faceva tappa a Cassino avrebbe dovuto rappresentare quel legame con l’Europa, così lo avevano “presentato”: «Saremo più vicini all’Europa». In tanti si erano ripromessi di prendere la Freccia per raggiungere le principali città italiane, i sogni sono belli e piacciono a tutti. Poi c’è una cosa un po’ più complicata con cui fare i conti e si chiama realtà. La realtà è che le famiglie raramente prendono il treno e ancora preferiscono la macchina, sia per comodità sia per una questione economica.

Invidiosi

I pendolari, soprattutto gli insegnanti e gli studenti, avrebbero pagato un abbonamento al Frecciarossa davvero esoso e così, a parte l’ebbrezza di qualche viaggio alle 6 di mattina, tantissimi hanno preferito confermare la tratta con il buon vecchio regionale. Da aggiungere c’è anche la poca scelta, direzione Milano ore 6.05 e rientro a Cassino alle 18.10, il che significa prendere il treno a Roma alle 17, tardi per i docenti che escono da scuola e presto per chi esce dagli uffici. Limiti comprensibili pensando all’ottica aziendale. Tanti gli annunci, tutti a battere le mani vestiti a festa tra tricolore e rosso sgargiante. Dito puntato sui contrari, tacciati di ingratitudine e scarsa lungimiranza, criticoni e invidiosi.

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La colpa non è delle rotaie

Ma forse quella non era proprio invidia tantomeno segno di poca lungimiranza quanto piuttosto analisi fredda delle esigenze del territorio e dei suoi abitanti. Poco propensi ai viaggi in direzione Europa e più impegnati a far quadrare i conti a fine mese.

In una città che avrebbe voluto accogliere le folle di turisti e visitatori in una piazza dove da anni ci sono biciclette semi distrutte in stato di abbandono, un parcheggio sotterraneo che fino a qualche mese fa sembrava più un pantano e che ora è chiuso da transenne e inferriate. I sogni, i desideri sono belli, accomunano tanti, chiunque vorrebbe il meglio per il luogo in cui vive. Ma a volte questo meglio non arriva a bordo di un treno e la colpa non è delle rotaie.

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