Maccaro: “La Residenza è un diritto per i senza dimora”

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Le persone senza fissa dimora che dormono per strada o in ricoveri di fortuna a Cassino non sono un fenomeno nuovo e in base alle informazioni che abbiamo dall’unità di strada potrebbero essere nell’ordine di qualche decina. Due terzi sono cronici, cioè vivono per strada da diversi anni e di questi la maggior parte sono stranieri, quasi tutti maschi.

Il percorso di reinserimento

Praticamente nessuno di loro riceve assistenza di qualunque tipo. Quando ci imbattiamo in persone italiane, gli assistenti sociali cercano di ricostruirne la storia, di cercare contatti familiari, si contattano i servizi sociali dei Comuni presso i quali risulta l’ultima residenza. E nel frattempo si collocano presso alcune strutture che stanno sul territorio e che dobbiamo ringraziare, prima fra tutte la Casa della Carità. Quando ci imbattiamo in persone straniere si cerca di costruire un percorso per il reinserimento nei circuiti di accoglienza.

L’emarginazione sociale e l’alcol

Ma bisogna sapere che nella maggior parte dei casi queste persone hanno una componente di comorbilità psichiatrica. Dovuta all’emarginazione sociale e all’uso di alcol che rende complicata la presa in carico. In sostanza spesso rifiutano l’aiuto e preferiscono dormire per strada anziché farsi ricoverare in una struttura. Mi rendo conto che agli occhi dei cittadini si tratta di un problema per il quale il Comune dovrebbe “fare qualcosa”. Ma laddove manca la richiesta d’aiuto non è facile intervenire. Sul nostro territorio abbiamo sia l’unità di strada che interviene istituzionalmente poiché spesso si tratta di alcolisti e quindi persone con problemi di dipendenza e abbiamo più di una struttura di accoglienza.

L’iscrizione all’anagrafe

Inoltre, proprio nella giornata di ieri, abbiamo approvato la Delibera di Giunta che assicura l’iscrizione all’anagrafe comunale delle persone senza fissa dimora. Questo è un fatto molto importante perché le persone senza residenza non possono avere la tessera sanitaria. Non possono accedere alle misure di sostegno come il reddito di cittadinanza o i bonus spesa e farmaci. Non possono richiedere il rinnovo del permesso di soggiorno e tante altre cose che potrebbero aiutarne il rientro in società.

Il diritto

L’iscrizione alla anagrafe comunale è un diritto soggettivo (e non concessorio) riconosciuto dal nostro ordinamento (Legge anagrafica, Legge n. 1228 del 24.12.1954) a tutti i cittadini che ne hanno facoltà. Fanno eccezione gli stranieri non regolarmente soggiornanti sul territorio.
Pertanto, ogni Comune, per il tramite del proprio Ufficio Anagrafe – in qualità di ufficiale del Governo – tiene il Registro delle posizioni dei singoli, delle famiglie e delle convivenze nonché registra le posizioni relative alle persone senza dimora che hanno stabilito nel Comune il proprio domicilio.

Il nostro ordinamento prevede infatti la possibilità per la persona senza dimora di stabilire la residenza nel luogo del proprio domicilio ovvero nel Comune in cui la persona vive di fatto e, in mancanza di questo, nel Comune di nascita (DPR. 223 del 30.05.1989) e di fissare la residenza in una via fittizia territorialmente non esistente ma equivalente in valore giuridico (Circolare Istat n. 29/1992).

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Senza fissa dimora

Ricordiamo inoltre che il D.M. 6 luglio 2010 (del Ministero dell’Interno), in attuazione alla legge sulla sicurezza pubblica n. 94 del 15 luglio 2009, stabilisce che una volta iscritta una persona nell’anagrafe della popolazione residente, i comuni evidenziano la posizione anagrafica di senza fissa dimora nell’Indice nazionale delle anagrafi (Ina).
Tale informazione viene conservata nel Registro delle persone senza dimora di cui è titolare il Dipartimento per gli affari interni e territoriali – Direzione centrale per i servizi demografici presso il Ministero dell’Interno.

Queste azioni consentono di rispondere ad un duplice obiettivo insito nel nostro ordinamento e nella nostra Costituzione: promuovere il legame di ogni cittadino con il territorio e conoscere effettivamente le caratteristiche della popolazione presente sul nostro territorio nazionale.

Una via fittizia

Deliberare una via fittizia è importante perché consente alla persona senza dimora di fare richiesta di documenti importanti come la carta di identità, la tessera sanitaria, il permesso di soggiorno o il suo rinnovo, il certificato di fine pena.

Comunque, prima che arrivi la stagione fredda, già nei prossimi giorni, ho intenzione di promuovere un tavolo tecnico sul problema dei senza tetto. Coinvolgendo le organizzazioni del terzo settore già impegnate su questo fronte per pensare ad un rapporto convenzionale che ci consenta di intervenire in tempi brevi. Almeno per non farci trovare impreparati dall’emergenza freddo.

Luigi Maccaro

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