Il Natale Solidale, tra coesione e partecipazione

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Cantava Renato Carosone «Mo ven Natale, nun teng denar, m’legg u giurnl e m’vac a cuccà». La crisi acuita dall’emergenza sanitaria che da oltre dieci mesi si è abbattuta sul Paese e nel mondo non ha di certo risparmiato Cassino. Ed ecco che tra i corridoi del palazzo di piazza De Gasperi il pensiero che risuonava era «E ora come facciamo? Soldi non è che ce ne siano, ma qualcosa si deve fare». Detto fatto, con il coinvolgimento della città e delle associazioni è venuto fuori un programma “alternativo” fatto di tanti appuntamenti. I veri protagonisti saranno i bambini, come è giusto che sia, ma ci sarà qualche tappa anche per i più grandi. “Direttori” di questo cantiere Luigi Maccaro e Danilo Grossi, l’orchestra”, le tante associazioni del territorio. I soldi ce li ha messi la Regione. Ecco dunque il Natale Solidale, presentato ieri in conferenza stampa dal Comune di Cassino.

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Il progetto

Il progetto comunque prevedeva iniziative per la valorizzazione delle tradizioni, di spirito solidale, creativo e di sensibilizzazione verso l’ambiente, così si è cercato di buttare nel calderone un po’ tutto. Saranno diverse le giornate e le attività, forse non proprio sulla stessa linea di interessi e di ambiti, ma sicuramente andranno incontro alle diverse aspettative. Con i Babbi Natale che si caleranno giù dalla facciata del Municipio per regalare dolcetti ai bambini, dagli alberi che resteranno in giro per la città e nei quartieri. Si, perché la città sarà divisa in quartieri, saranno sei: San Giovanni, Chiesa Madre-San Silvestro, Colosseo, San Bartolomeo, Sant’Angelo e Caira. Certo, qualche zona resterà scoperta, ma la perfezione non appartiene a nessuno. E pure quest’anno, tra crisi, Covid e critiche, le famose tre “C”, un Cartellone è uscito. Salvo cambiamenti e annullamenti imposti da eventuali nuovi decreti.

Il Natale Solidale: Coesione e condivisione

Si è parlato di coesione, condivisione. E forse la realtà evidenzia che per portare avanti la città servono i cittadini, quelli che insegnano a suonare strumenti, che cantano le canzoni della tradizione, che spiegano come realizzare fumetti o salire sul palco, quelli che con i bambini e gli studenti lavorano durante tutto l’anno e senza supporti delle istituzioni, quelli che fanno raccolte di beneficenza. La polis greca, era niente altro che questo, un luogo che vive della partecipazione di tutti i cittadini e che trova la forza e l’armonia proprio in questo, dove il singolo era organicamente inserito nella sua comunità. E ognuno trovava la propria realizzazione nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del bene comune.

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