Posto dunque…. sono (Te piacess)

2 MIN

Un post su facebook è diventato il modo più comune per esprimere la propria esistenza. Il problema però è che molto spesso da questo si riconosce anche la vera essenza dei personaggi. Dunque, tra copia e incolla, errori ortografici, citazioni riviste e riaccreditate i social sono diventati un turbinio di dissertazioni ad opera di persone che, solo qualche anno fa, non avrebbero avuto voce in capitolo nemmeno durante la passatella al bar. Ci si riduce, quindi ad un circolo delle apparenze incontrollato, instabile, dove tutto è il contrario di tutto e dove Mariangela, la tanto amata figlia di Fantozzi, che non ha mai avuto i tratti somatici di Charlize Theron, rischia di diventare Miss Mondo. Senza passare dalle selezioni.

[smartslider3 slider=”6″]

Novelli Jack Frusciante

Ed ecco qui che un messaggio, montato a ripetizione, può anche sembrare ragionevole, di valenza filosofica, morale e anche numerica. Poi si scopre che è un atto politico e che in un gruppo di 2825 persone, abbandonano 25 utenti. Sulla carta, perché nonostante le belle parole e la porta sbattuta, qualcuno doveva pur controllare che cosa sarebbe successo ed è rimasto incognito senza paura di essere scoperto. Cosa che inevitabilmente è accaduta. Al mio segnale, abbandonate l’inferno. Si perché molto spesso dietro alle parole, razzismo, democrazia, si cela quell’insostenibile leggerezza dell’essere di chi non riesce a combinarne una buona. E la paura di essere giudicati continuamente in modo negativo rappresenta il motivo di fuga vero e proprio. E poco importa se tra i novelli Jack Frusciante figurano solo assessori, consiglieri comunali di maggioranza, rispettive consorti, qualche abbonato in prima fila o qualcun altro che ancora non ha deciso se essere carne o pesce. Nel gruppo Caro Sindaco…. da ieri sera staranno più larghi.

Chissà, però, se il gruppo sarà ancora utilizzato da qualche cheerleader per diffondere il verbo saleriano urbi et orbi. Come del resto fatto fino a ieri sera.

Senza fare, poi, tanto rumore

E se nella calca qualche abbandono sia da attribuire a liberi pensatori c’è da ricordare che la piazza virtuale dovrebbe tornare ad essere piazza e non luogo di amministrazione o di gestione di cosa pubblica. Né tantomeno tribunale. Lasciando libertà al pensiero critico individuale, resta la necessità di rispettare ruoli e posizioni, così che il politico faccia politica, il medico faccia il medico, il docente faccia il docente, il commerciante faccia il commerciante. Questo non per vivere in una società statica e chiusa, ma perché ognuno utilizzi al meglio competenze e peculiarità. Mettendo a servizio della comunità il suo sapere e non usandolo come arma o come scudo. Il confronto dovrebbe essere mezzo di crescita e non esclusivamente di scontro. Nel momento in cui il confronto diventa muro, dall’una o dall’altra parte, il fallimento è di tutti, anche di chi sbatte le porte. Senza fare, poi, tanto rumore.

Lascia un commento