Quando il capogruppo del Pd, Gino Ranaldi ha concluso il suo intervento e si è seduto, ha preso la parola il consigliere comunale Sergio Marandola. E fin qui nessuna anomalia. Tutto corretto, giusto, inattaccabile. Era un suo diritto. Ma nell’esordio con voce fiammante e roboante c’è stata un’anomalia: ”A nome del Pd dichiaro». Le domande quindi nascono spontanea, ma il capogruppo del Partito Democratico, alias Gino Ranaldi a nome di chi ha parlato? Quanti Pd ci sono in consiglio comunale? Oppure Marandola ha pensato di essere nella sezione dei Dem di Cassino, dove ricopre il ruolo di Presidente? Carica tra l’altro nulla all’interno del Consiglio Comunale.
Perché Marandola parla
A dargli la facoltà di parola in aula infatti, non è la nomina dell’assemblea cittadina del Pd, ma il seggio che il suo partito ha conquistato nelle ultime elezioni amministrative. Seggio ottenuto dalla lista che ha ottenuto più consensi ma dove, però, la Procura di Cassino ha individuato almeno 47 sottoscrizioni false.
Un caso unico
«In merito alla nota vicenda giudiziaria delle firme false siamo ancora nella fase della chiusura delle indagini preliminari. – ha poi proseguito – Appare quindi alquanto insolito ed irrituale dibattere su una vicenda della quale noi abbiamo avuto contezza solo per mezzo di notizie giornalistiche, senza che vi sia stato ancora alcun rinvio a giudizio degli imputati, e senza poter conoscere alcun atto
processuale».
«Tutta via il sottoscritto presidente del circolo pd di cassino – ha chiosato Marandola – dichiara in questa assise consiliare, che, seguiremo con attenzione l’iter processuale» e che il Partito Democratico «è pronto a costituirsi parte civile in giudizio».
Le anomalie
Ammesso e non concesso che non ci sia una norma nel regolamento del Consiglio comunale che permetta ad un segretario o presidente di un partito di intervenire all’interno dell’assise, è evidente che siamo di fronte a una prima anomalia, forse addirittura unica nella storia amministrativa del Comune di Cassino. L’unica motivazione per tutto ciò può essere che i Dem della città non avendo una sede pensino che la Sala Di Biasio possa essere usata all’occorrenza per le loro “intime” riunioni.
La seconda anomalia è esagerata anche essa. Il Pd, secondo Marandola, sconfessando anche il suo capo gruppo in consiglio, si costituirà parte civile contro se stesso. Siamo alle comiche e, purtroppo, non abbiamo visto nessuna bandierina con su scritto “Scherzi a Parte”.
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