Respiro – Chi riconosce in me un buon conoscitore del nostro territorio è sovente farmi domande su quale sia la mia idea in merito alla nostra terra o su quale sia la mia opinione sui tanti luoghi che essa racchiude. Alcuni, conoscendo la mia “dualità” tra mare e montagna senza disdegnare paludi e fiumi di valle, mi chiedono cosa io preferisca tra questi. Confesso che una vera risposta non c’è!
Nella mia vita ho vissuto in una città spesso celata da surreali teatrini dettati dalla politica o da false tendenze provenienti da stereotipi nazionali.Credo di aver vissuto e di vivere in pieno tutto ciò che questo paese abbia prodotto di positivo dagli anni ’80 in poi.
Squadre e non club
Ero bambino, alle elementari, nel dopo scuola si usciva col pallone sotto braccio. Le grandi squadre di calcio fatte da tanti italiani e pochissimi fenomeni internazionali, producevano campioni su campioni. La diatriba tra i miei famigliari era spesso su come far diventare noi piccoli, tifosi dell’una o dell’altra squadra. All’epoca erano squadre non “club”! Ancora conservo in qualche cassetto quella divisa giallorossa regalatami da zio Giò Giò! È da lì che divenni un “lupetto”. Non scout per carità, ma un piccolo tifoso della Magica Roma, quella di Pruzzo e del principe Giannini. Una scelta sofferta perché mio papà era uno sfegatato Juventino (E aveva capito tutto ndr). Ma ciò ha fatto nascere in me un senso del fairplay e del rispetto fuori misura.
Girare in Kayak
Respiro – Alle Medie, oltre già a coltivare l’innata passione per la pesca ed il mare, mi appassionai ad altri sport “minori” come la pallamano. Ma la forte passione per l’elemento liquido mi portò a girare il nostro Bel Paese in Kayak.
Al liceo, la nostra città aveva una squadra di basket eccezionale. La domenica andavo spesso a vedermi la partita al palazzetto dello sport e durante la settimana mi allenavo nelle giovanili. Il fine settimana poi tutti al Don Bosco a giocare!
La mia estate era divisa anch’essa, come oggi del resto, tra mare e montagna. I ricordi più belli sono divisi tra le nostre isole di Ventotene e Ponza, la Sardegna di Alghero e la “Marsica” tra Opi e Pescasseroli.
In questo turbinio di attività sportive non ho mai tralasciato la passione per la musica, trasmessami dal mio grande prof delle medie e da mio zio che per la prima volta in quegli anni mi fece suonare un basso: un vero amore a prima vista!
Anche la musica mi ha permesso di crescere e anche di farmi girare in lungo ed in largo, donandomi una sensibilità che solo l’arte sa dare.
Cosa è la nostra terra
Di questa mia esperienza di vita, in cuor mio, ne ho fatto una vera e propria filosofia. Un concentrato di passioni, amore, rispetto e sensibilità d’animo. Una filosofia profonda che spesso mi porta anche a contrappormi fortemente a chi invece tende sminuire il nostro patrimonio, in particolare quello naturale peggio se lo fa per un proprio tornaconto che sia esso anche solo di immagine.
Respiro: Cassino come un’oasi nel deserto
Nella mia mente vedo la nostra città una vera e propria oasi nel deserto. Come tale la gente non può che essere attratta da essa perché unica vera fonte di un elemento sempre più essenziale: l’acqua.
È proprio questo elemento che rende unica la nostra terra.
Le sue vette
Con i tanti amici ho sempre condiviso questa conoscenza quasi atavica: quella delle splendide montagne che adornano la nostra valle. Giornate infinite di bici, grandi avventure di caccia, ma anche grandi bighellonate come pasquette e campeggi vari. Per finire poi con scalate epiche al cardiopalma sci e pelli ai piedi.
La sua valle
La nostra valle che si sposa con quella del fiume Liri vive nel mio cuore anche grazie ai tanti ricordi tramandati da mio nonno e mio padre. Una zona umida distrutta nei tempi da dannose coltivazioni alloctone. Un’area immensa dimenticata e lasciata lì dove tutt’oggi cerco di riviverla nel periodo autunno vernino durante l’esondazione dei fiumi e quando la natura torna ad impossessarsene.
Cassino e il mare
Chi è di Cassino non può non amare il mare. A circa mezz’ora di auto, il mare scorre nelle vene dei cassinati che come i nostri fiumi in tanti si riversano lungo le coste.
La mia filosofia non esula da tutti gli elementi, al “fuoco” attribuisco tutte le mie inclinazioni culturali, come la musica, lo scrivere e la politica. Perché in esse a parlare è sempre prima il cuore e poi la mente.
3gg tra 0 e 1000m
Quando vengono a trovarmi amici lontani a loro cerco di trasmettere questo mio modo di vivere.
Di sicuro il mio essere ipercinetico di primo impatto non li aiuta, ma ciò che a loro rimane è quel che più mi importa.
Respiro: Il racconto
È un afoso pomeriggio di fine agosto, il caldo torrido rende irrespirabile l’aria. I finestrini dell’auto aperti fanno da effetto phon sul volto. Mi incontro con i miei amici di passaggio al solito BAR. Una volta a casa, gli do appena il tempo di mettere apposto i bagagli e poi, nonostante il solito temporale pomeridiano classico dei nostri fine estate, siamo nuovamente in auto. Visto il tempo, opto per una rilassante pescata in valle. Scruto il cielo e mi dirigo verso luoghi dove il cielo apparentemente sembra più sereno. Siamo a Falvaterra. Un tratto del fiume Sacco adibito a campo gara ci accoglie con i suoi salici piangenti a darci rifugio dalla pioggia e dal sole. Si fa notte tra risate e le tantissime catture. Dopo una pizza veloce dal mio caro amico Raffaele (il Vesuvio), esorto i ragazzi ad andare a dormire presto che l’indomani la sveglia suonerà prestissimo.
Direzione Lago Selva
Ore 6 siamo già in auto direzione Lago Selva, Cardito. Per fargli ammirare i luoghi all’andata passo per la val di Comino arrivando al lago dal lato di San Biagio Saracinisco. In viaggio estasiati ammirano le nostre strade e spiego e racconto loro tutte le vette ben visibili da quel lato. Monte Forcellone, Monte Meta ecc. Giunti su lago tiriamo giù l’attrezzatura e ci mettiamo in pesca. Cavedani, carpe, persici sole e persici reali. Anche qui lo spot ci regala belle emozioni. Il tempo di realizzare qualche bella cattura e siamo nuovamente in auto. Ci godiamo la splendida vista dal rifugio “le mainarde” e anche un buon piatto di pasta. Scendendo salutiamo Vallerotonda e passiamo per Sant’Elia.
Respiro: La pescata a mosca
Qualche ora di riposo, attendiamo il momento magico per una pescata a mosca: il “pupe de soirée”.
Per gli appassionati della pesca a mosca è il momento in cui ogni sogno può diventare realtà.
Come scenario opto per il nostro maltrattatissimo fiume rapido. In pieno centro, poco più su del V° ponte, luogo noto ai cassinati, dopo alcune nozioni tecniche, siamo in acqua. I primi insetti escono dal fiume indice che la magia sta per avvenire, come ogni sera d’estate. La veloce corrente viene interrotta da piccoli sbuffi d’acqua e le piccole trote saltano inseguendo le effimere, il tutto a composizione di quel ciclo vitale fatto su misura per il “creato”.
Noi fermi immobili, scrutiamo la superficie del fiume, il clack della scatola delle mosche che ordinatamente riposte attirano l’attenzione del pescatore facilitandone la scelta. Un piccolo nodo, la canna che fende l’aria e la “coda” che delicatamente si appoggia in acqua. Un impercettibile movimento, una ferrata ed ecco una bellissima trota di cui ammiriamo la stupenda livrea e subito liberiamo. Un’altra giornata intensa è giunta al termine…è ora di riposare.
Le trote del Volturno
È appena l’alba, i miei amici ancora assonnati approfittano del viaggio per recuperare ancora un po’ di sonno. Oggi il target sono le diffidentissime trote del Volturno. Il fiume ci accoglie con i sui colori stupendi. L’acqua gelida di primo mattino risveglia i nostri sensi. Diversi sono i km da percorrere lungo le sponde e quindi velocemente iniziamo la pesca. Pool strepitose, acqua cristallina. Più volte anatre di varie specie sorvolano la lingua d’acqua. Correnti meravigliose…ma le delle trote oggi neanche l’ombra. Stanchi ma non afflitti rientriamo a casa. Entusiasti i miei amici, durante il viaggio di ritorno, ancora ammirano le nostre montagne dal versante molisano. Il fiume Volturno ci regala ancora qualche meraviglioso scenario prima di salutarlo.
Respiro: Il pesce bianco
Un po’ di riposo ed il pomeriggio raggiungiamo il fiume Liri. La chiesa di San Giovannino ci da il benvenuto. Il tempo di allestire le postazioni di pesca e siamo nuovamente lenze in acqua. Passano pochi minuti ed il pesce bianco inizia ad abboccare alle nostre lenze regalandoci divertimento e continuità nell’azione. Grosse carpe, carassi e cavedani…come si dice in gergo piscatorio “un pesce a giro”.
Il sole tramonta regalandoci colore e magnificenza. Ancora qualche foto e si rientra. Mio fratello mi fa sapere che al mare qualche sgombro c’è e che si sta muovendo in tarda mattinata. Questo ci permetterà di recuperare qualche ora di sonno …non male.
La serata scorre lieta nel ristorante dal mio caro amico Peppe e la bravissima Cecilia che ci deliziano con ogni prelibatezza. Tra storie e risate il tempo passa veloce.
Oggi si va al mare
Comodamente alle 7 e 30 carico in macchina i ragazzi…oggi si va al mare. Ad attenderci al porto mio fratello. Il motore borbotta, le canne già pronte in murata, prendiamo il mare. Il sole ci regala splenditi giochi di luce su quella meravigliosa costa. L’antica Gaeta accompagna il nostro navigare. Ancora alcuni minuti e siamo in pesca. Lo sfottò, i sorrisi, i pesci che girano sotto la barca, il divertimento è assicurato.
Ma il tempo scorre, immortaliamo l’esperienza con foto e ancora tante risate. A casa ad attenderci mia madre e un ottimo piatto di pasta alla carbonara. Un abbraccio ai miei amici e …alla prossima avventura!
Respiro: Message in a …phone
Pochi minuti dopo la partenza un messaggio: «Ragazzi sono stati 3gg di pesca intensi. Abbiamo affrontato diverse situazioni e condizioni. Da un vero fiume, duro, freddo e a volte anche avaro come il Volturno, ad una rilassante giornata in barca in cerca di sgombri. Abbiamo pescato su un lago con acque cristalline, dove siamo riusciti a trovare la quadra (cosa non semplice), così come abbiamo affrontato la tecnicità di alcuni campi gara di fondo valle. Abbiamo pescato al colpo, a feeder, a bolognese, a mosca ed in light drifting.
Abbiamo percorso oltre 500km di strade in posti per me magici, ma per voi tutti da esplorare. Abbiamo attraversato 3 regioni ed un0infinità di piccoli comuni ognuno con la sua storia. Non abbiamo tralasciato nulla, ci siamo anche concessi di apprezzare anche la cucina locale ed avete avuto modo di conoscere anche Giuseppe Re, un’icona del mondo della pesca a mosca… Ma soprattutto ci siamo divertiti e questo è ciò che conta: stare bene! …Cassino tra 0 e 1000 metri!»
Questa è la mia terra, ancora nascosta, ancora tutta da esplorare.
Sergio Giannitelli