Inaugurato il monumento all’ingresso della Villa Comunale. Esplode la polemica

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Solo pochi giorni fa l’inaugurazione del monumento donato da Renato Ranaldi che è stato posizionato all’ingresso della Villa Comunale. Il parco avrebbe dovuto riaprire il 2 giugno, ma ancora una volta l’inaugurazione è slittata. I lavori non sono ancora terminati. L’amministrazione ha annunciato ancora una volta il rinvio del taglio del nastro, probabilmente il parco tanto amato dai cittadini potrebbe riaprire ad estate inoltrata.

Ma la polemica che tiene banco sui social in questi giorni riguarda un importante monumento che rappresentava qualcosa di più, la memoria storica della città. Una stele che dava anche il nome al parco. A farlo presente uno dei massimi storici della città martire, Emilio Pistilli.

“Prima c’era la stele della “MEMORIA DI PIETRA” che ricordava proprio quel tragico evento, donata dal CDSC Aps. Fu inaugurata il 10 giugno 2004. Ha resistito per ben 21 anni: troppi a quanto pare per chi gestisce le sorti della Città Martire. Ora è stata tolta dalla vista dei passanti sul Corso della Repubblica perché troppo ingombrante e poco significativa, immagino. Al suo posto ora si erge l’opera di Renato Ranaldi.

Non esprimo giudizi sull’opera; lo farei se ne avessi titolo. Ma qualunque sia il suo valore era da preferire alla stele CHE 𝐃𝐀̀ 𝐍𝐎𝐌𝐄 𝐀𝐋 𝐏𝐀𝐑𝐂𝐎 e che coinvolge memoria e sentimenti di tutti i Cassinati e, lasciatemelo dire, di tutto il mondo civile ?

Mi piacerebbe sentire cosa ne pensano i miei concittadini”.

E i cassinati non hanno tardato ad esprimere la propria opinione, “L’opera attualmente posta all’ingresso di quella che, forse, un giorno sarà la nuova “Villa Comunale” è come la Corazzata Kotiomkin”. Ovviamente la stele era altamente preferibile ed immediatamente significativa”, ha scritto Giuseppe.

“Senza parole era meglio la pietra questo mezzo tubo non si può vedere”, aggiunge Mario. “Spero che la stele non venga buttata in qualche anonimo magazzino. Quando ci sono questi cambiamenti così repentini c’è sempre un interesse nascosto o un favoritismo voluto. Niente contro l’artista” ha aggiunto Franco. “L’autoreferenzialità dell’arte contemporanea è negativa se non rispetta i parametri dell’arte pubblica. In questo caso, per ovvi motivi di distanza da Cassino, non entro nello specifico dell’opera ma sulla sua collocazione. Sembra evidente che tale azione ha inficiato quel patto di comunità che tu Emilio, con i soci di allora del Cdsc, avete sancito nel creare, prima di ogni moda, quel museo diffuso sulla Cassino prebellica. Avete formalizzato un sincero atto di devozione verso le tracce della memoria urbana che si allinea con la storia alta del novecento. Ma queste mie parole sono nulla oggi pur riconoscendo l’assoluto valore che quei monoliti hanno infuso in me rispetto ai temi della seconda guerra mondiale e trasformazione del paesaggio urbano cassinate. Speriamo che il monolite della memoria divenga, nel rigenerato Parco XV Marzo 1944, un marker collettivizzante e che l’opera in corten non si perda in un museo confuso dell’oblio”. Questo il commento particolarmente articolato di Dante. “Ma c’èrano soldi avanzanti visto che la stele di marmo era familiare a tutti i cassinati ,secondo me i personaggi attuali ormai gli piace tagliare solo nastri” ha evidenziato Luisa.

Ed Emilio Pistilli ha aggiunto “Vorrei fare presente che la stele della memoria fu progettata per quella collocazione e quello resta il luogo più consono mentre l’opera di Rinaldi può essere messa in qualunque altro luogo senza che se ne perda valore e significato”.

Nessuno ha voluto mettere in questione la validità dell’opera donata, semplicemente in tanti si stanno chiedendo dell’opportunità di aver tolto la stele donata dal Csdc dalla sua posizione storica e, soprattutto, dove sia stata collocata ad oggi e dove sarà eventualmente riposizionata. Sicuramente, o quantomeno con alta probabilità, a seguito delle polemiche arriverà l’annuncio di una sistemazione adeguata per il cippo marmoreo. La comunità cassinate spera. E aspetta.

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