Cassino. Ho seguito con un certo stupore – misto a divertita ironia – il coro di critiche rivolte in questi giorni a Mario Abbruzzese per il suo recente incarico di consulenza. Sembra che alcuni colleghi abbiano appena scoperto l’esistenza delle consulenze politiche, e che ne siano rimasti scandalizzati come davanti a una novità assoluta. Eppure, permettetemi di notare quanto sia singolare tutto questo clamore: ci si meraviglia tanto della posizione di Abbruzzese oggi, dimenticando forse che non molti anni fa situazioni analoghe venivano accettate in religioso silenzio.
Senza paraocchi
Ricordiamo i fatti, senza paraocchi: Mario Abbruzzese è stato nominato consulente presso il Ministero del Lavoro lo scorso 20 febbraio, con un compenso previsto di 40.000 euro annui . La notizia ha attirato persino l’attenzione della stampa nazionale, che si è affrettata a sottolineare ogni dettaglio – compreso il curioso particolare che Abbruzzese sia ancora laureando in Economia alla rispettabile età di 67 anni . Apriti cielo: improvvisamente il fatto che un politico di lungo corso collabori con un Ministero diventa oggetto di sdegno, e c’è chi insinua che senza la laurea in tasca non si dovrebbe osare mettere piede in un ufficio pubblico. Benissimo. Prendiamo nota.
La memoria corta
Ora, quello che davvero mi sorprende è la memoria corta di certi detrattori. Mi chiedo dove fossero questi paladini della moralità istituzionale quando, nell’attuale amministrazione comunale, qualcuno beneficiava di incarichi simili senza che volasse una mosca. Mi riferisco, ovviamente, all’attuale Presidente del Consiglio Comunale, Barbara Di Rollo. All’epoca dei fatti (parliamo del 2020) anche lei era – guarda caso – laureanda in Economia Aziendale, proprio come Abbruzzese oggi. E cosa accadde? Ricevette un “incarico speciale” di consulenza direttamente dall’allora Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti . Oggetto: occuparsi dello sviluppo dei fantomatici “Progetti Speciali” in provincia di Frosinone. Compenso? 30.000 euro annui , per di più garantiti per 18 mesi. Avete capito bene: trenta mila euro l’anno, elargiti ad una giovane politica locale ancora impegnata negli studi universitari, per un incarico fiduciario creato ad hoc. Vi risultano per caso levate di scudi, titoloni indignati sui giornali o interrogazioni accorate in quell’occasione? A me no. Silenzio assoluto.
Scandalizzati a corrente alternata
Anzi, mi pare che all’epoca regnasse una calma piatta. L’incarico in questione fu conferito nel pieno rispetto delle norme – nessuno lo nega – e infatti nessuno dei benpensanti ebbe nulla da obiettare sulla forma. Quanto alla sostanza, ricordo che i colleghi di maggioranza della dott.ssa Di Rollo (gli stessi che oggi strillano allo scandalo) avevano sempre osteggiato e disprezzato queste “consulenze politiche” quando a darle era la parte avversa. Ma stranamente, quando la beneficiaria fu una di loro, tacquero. Forse qualcuno di loro allora avrà pensato – o detto sottovoce – che «così fan tutti» e che in fondo «30.000 euro annui non si negano a nessuno» . Eh già, così fan tutti. O meglio, così facevano tutti fino a ieri: oggi invece scoprono l’etica pubblica e fanno gli scandalizzati a corrente alternata.
Il nocciolo della questione
Ecco il nocciolo della questione: non si può predicare bene e razzolare male. Se ieri andava tutto bene (anzi, magari andava a gonfie vele con 30mila euro l’anno di consulenza a carico della Regione), oggi non ci si può stracciare le vesti per 40mila euro annui a carico di un Ministero – oltretutto per una figura politica di provata esperienza. Qual è la differenza, di grazia? Il colore politico del beneficiario? Il cognome sul contratto? L’ipocrisia è evidente e francamente irritante.
Da consigliere comunale, mi permetto quindi di invitare i detrattori last-minute a un bagno di coerenza. Prima di gridare allo scandalo guardino in casa propria e rinfreschino la memoria sulle consulenze “dimenticate” elargite ai loro amici e compagni di partito. La credibilità delle istituzioni si difende con la serietà e con l’esempio, non con l’indignazione a intermittenza. In caso contrario, ogni strillo moralistico risuona vuoto – anzi, genera solo un sorriso amaro in chi assiste a questo teatrino. Come dice un vecchio adagio, la gente mormora: e davanti a certi atteggiamenti viene spontaneo dar loro ragione. Chi è senza consulenze scagli la prima pietra… altrimenti, per favore, risparmiateci la finta meraviglia.
Commedia dell’arte
In conclusione, ringrazio per l’attenzione e spero di aver chiarito l’evidente paradosso: ieri tutti zitti davanti alla consulenza “speciale” della Presidente Di Rollo, oggi tutti indignati per quella di Abbruzzese. La prossima volta, prima di impartire lezioni di moralità, proviamo a essere almeno coerenti. Diversamente, più che critica politica, la vostra suona come commedia dell’arte – e, credetemi, di questa ironia noi cittadini ne faremmo volentieri a meno.
Francesco Evangelista
Consigliere Comunale di Cassino