L’8 marzo raccontato da Marisa: tra riflessioni e speranze

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Otto marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne. A “raccontarci” cosa significa essere l’altra metà del cielo un penna d’eccezione. Marisa Amione, per 37 anni la storica Segretaria del Direttore della RIV-SKF. Dedita al lavoro come pochi, è Maestro del Lavoro da oltre 25 anni, e nella sua vita ha saputo coniugare i doveri di lavoratrice con quelli di madre di famiglia. Dei suoi figli, entrambi medici, ama dire: “Sono i miei gioielli”. Attualmente è nonna di 5 nipoti e moglie a tempo pieno; ha recentemente festeggiato i 60° anniversario di matrimonio. Oltre mezzo secolo di felicità.

“Come tutti sanno, la Festa della Donna è una celebrazione internazionale che si tiene il 8 marzo di ogni anno per commemorare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne e per promuovere la parità di genere. Questa festività ha radici storiche profonde ed è diventata un momento significativo per riflettere sulle sfide affrontate dalle donne in tutto il mondo e per celebrarne i successi. La storia della Festa della Donna ha le sue radici nel movimento operaio del XIX secolo, quando le donne iniziarono a lottare per migliori condizioni di lavoro e per il diritto di voto. Il 8 marzo del 1908, le operaie tessili di New York organizzarono uno sciopero per protestare contro le condizioni di lavoro oppressive e le discriminazioni subite.

Diventa perciò naturale, oserei dire, sottolineare che questa ricorrenza suscita una serie di aspetti tipicamente emotivi:

in primo luogo, gratitudine e riconoscenza: La Festa della Donna dovrebbe essere  un momento per esprimere gratitudine verso le donne nelle nostre vite – madri, sorelle, amiche, mentori, e tutte quelle che ci hanno ispirato, sostenuto e guidato lungo il cammino. È un’opportunità per riconoscere il loro impegno, sacrificio e resilienza, che hanno guidato con forza e coraggio;ci sono poi solidarietà e empatia, forze potenti che si manifestano in questa giornata: sono momenti per dimostrare solidarietà e sostegno alle donne che lottano per i loro diritti, che affrontano discriminazioni e violenze di ogni genere, ed è un richiamo all’empatia e alla comprensione verso le esperienze delle donne in tutto il mondo;

è necessaria poi una riflessione sulle sfide, perché la Festa della Donna ci invita a riflettere sulle sfide ancora presenti nella vita delle donne, sia a livello individuale che a livello sistemico, diventando perciò un momento per confrontarsi con le disuguaglianze di genere, la violenza, il sessismo e altre forme di discriminazione che persistono nella società.

          In conclusione, mi piace pensare che questa ricorrenza rappresenti un percorso di speranza e determinazione, visto che, nonostante le sfide, l’8 marzo porta con sé un senso di speranza e determinazione per un futuro migliore. Diventando un momento per riaffermare l’impegno verso la costruzione di una società più equa e inclusiva, dove le donne possano realizzare il loro pieno potenziale senza essere ostacolate da pregiudizi di genere. Quindi, la Festa della Donna è un’occasione profonda per connettersi emotivamente con il vissuto delle donne, riconoscere la loro importanza nella società e rinnovare l’impegno verso la realizzazione di un mondo più giusto e inclusivo per tutti. Vorrei concludere infine citando un aforisma molto noto, mai troppo ribadito: “Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”. A me piacerebbe che un giorno vicino la generazione delle mie nipoti possa camminare né dietro, né davanti a un uomo, ma semplicemente a fianco”.

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