Reno De Medici, tutti insieme per una soluzione. Pronti ad andare al Ministero

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Oggi la mobilitazione del Cassinate per la Reno De Medici, un coro unico: lo stabilimento non deve chiudere. Il corteo partito davanti all’ex ospedale ha raggiunto piazza De Gasperi, davanti al Comune. Presenti all’appello lavoratori, sindacati, sindaci. Servono risposte e servono il prima possibile. Non solo per la riapertura dello stabilimento, ma per poter continuare la produzione senza dover incorrere ancora una volta nelle stesse problematiche. E i sindacati sono pronti a portare le loro istanze a Roma, al Ministero, in Regione. Intanto sia i sindaci del territorio che gli amministratori provinciali e regionali stanno lavorando per far arrivare le autorizzazioni necessarie alla ripartenza dello stabilimento. La proprietà ha avviato un iter che potrebbe portare alla chiusura dello stabilimento, un iter che operai, sindacati e amministratori devono scongiurare.

Forte la testimonianza di Luca Antonietti, lavoratore: “Sono tanti i problemi, negli ultimi due anni abbiamo lavorato solo 14 mesi. Questo rappresenta una vera criticità per ripartire con la produzione. Inoltre tutte le figure professionali e qualificate che ci sono in azienda stanno andando via, chiamate da altre ditte. Parliamo di professionisti che vengono da questo territorio ma che, per ovvie ragioni, per lavorare saranno costretti a spostarsi. Chi porrà rimedio a tutto questo? Un fenomeno già iniziato?”.

Non solo un problema, dietro il blocco dell’azienda in questi mesi si celano numerosissime problematiche, criticità alle quali la classe dirigente e politica deve porre rimedio. “Un onore oltre che un onere, Una questione di responsabilità nei confronti delle persone” ha incalzato l’operaio.

Sindacati compatti

Megafono alla mano e in marcia i rappresentanti delle principali sigle sindacali. Pasquale Legnante della Fistel Cisl: “Di chiacchiere finora ne abbiamo sentite tante, ma ora è il momento di avere delle risposte chiare da parte di quelli che sono gli enti preposti: se non avremo nessuna novità entro la prossima settimana sicuramente porteremo i lavoratori a Roma perché non ci possiamo permettere di perdere un’azienda sana come la Reno de Medici, che investe ed è un’eccellenza”.

“I lavoratori sono in cassa integrazione fino al mese di maggio, serviranno ancora altri ammortizzatori sociali: questi operai sono esausti e possono più sostenere questa situazione” ha aggiunto Patrizia Fieri della Cgil. “L’azienda deve riaprire il prima possibile, dopodiché si proveranno a risolvere i problemi burocratici ma bisogna intanto tornare a produrre” incalza la collega della Uilcoim.

Poi l’affondo di Enzo Valente dell’Ugl “Pretendiamo risposte immediate, se entro pochi giorni non arrivano risposti andremo a Roma per protestare contro il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Lazio. Questa è un’azienda storica, sul territorio da oltre 60 anni, e non possiamo permetterci di far sì che un’azienda vada via per lacci e lacciuoli della burocrazia”.

Anna De Vecchio, della Camera del Lavoro della Cgil: “Dietro a queste persone ci sono famiglie e ci sono bambini, come sindacati proseguiremo con scioperi e manifestazioni ed andremo anche oltre  per salvaguardare questi posti di lavoro”.

Volti, storie, testimonianze: tutti in strada

Se necessario si andrà al Ministero

L’impegno preso nel corso del confronto che si è tenuto in sala Restagno è quello di riuscire ad ottenere nel minor tempo possibile – la consigliere regionale Battisti ha parlato di una settimana massimo una decina di giorni – le autorizzazioni necessarie. Ma il vero problema ora è trovare una soluzione alla classificazione dei fanghi, per agevolare l’azienda nell’attività produttiva ma nel rispetto della normativa. E anche su questo aspetto il fronte sembra essere compatto, il sindaco Salera si è detto disponibile, insieme ai colleghi del territorio, a coinvolgere i massimi vertici istituzionali, anche il Ministero per poter risolvere la criticità.

Gli interventi

“Siamo tutti al fianco dei lavoratori della Reno De Medici. Senza se, senza ma. E senza distinzioni di appartenenza politica. Lavoratori, sindacati, primi cittadini, rappresentanti provinciali e regionali di ogni colore politico, qui oggi, a Cassino, uniti nella lotta a difesa di un presidio industriale fondamentale per il territorio e delle tante famiglie che dipendono dall’azienda. Fin dal 2019 abbiamo affrontato in prima persona, su diversi fronti, le diverse problematiche che hanno riguardato l’impianto, interessato da quei fermi produttivi che hanno messo in difficoltà azienda e dipendenti. Un sito strategico nell’ambito del gruppo, che qui può contare su professionalità consolidate e di alto profilo.  Oggi come ieri – ha dichiarato Enzo Salera – il contatto con i vertici della Reno De Medici, con gli altri sindaci e con la Regione è stato continuo. E proficuo. Gli importanti investimenti dell’azienda inoltre, dimostrano la volontà di voler rimanere sul nostro territorio, ammodernare gli impianti, restare al passo con i tempi e col mercato, assicurando al contempo i livelli occupazionali. Ma la risoluzione di questa vertenza riguarda, ricordiamolo, non solo l’aspetto occupazionale, che è fondamentale, ma anche il contenimento del costo per lo smaltimento dei rifiuti dato che, l’azienda, è un anello irrinunciabile della filiera del riciclo sul territorio. Non merita più risposte, invece, chi si ostina ad utilizzare questa battaglia a scopi meramente politici, senza aver cura, né sensibilità, per famiglie e lavoratori”.

“La partecipazione mostrata questa mattina dalle Istituzioni e dai colleghi sindaci del comprensorio mi ha profondamente emozionato. Tanti sindaci hanno raccolto il mio appello e questo significa fare squadra. Ma la manifestazione di oggi a tutela dei lavoratori della cartiera Reno de Medici e del suo indotto non può bastare – ha aggiunto Orazio Capraro, sindaco di Villa Santa Lucia – E’ importante aprire con celerità un percorso che possa portare in tempi brevi al rilascio delle dovute autorizzazioni. La produzione della Reno de Medici deve ripartire ora perché l’azienda ha necessità di trovare commesse di abbinare di abbinare di riavviare le rotative. E questo non accadrà certo prima dell’inizio dell’estate con un grave danno sia a livello che economico per i lavoratori che a livello produttivo. Occorre affrettarsi e per questo lancio un appello affinché tutto venga svolto in maniera maniera rapida”.

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