Cassino, Francesca vince la sfida: “incoronata” dottoressa all’Unicas. Ecco la sua storia

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Ci sono giorni speciali. Speciali per se stessi, speciali per una mamma e un papà, speciali per una famiglia e per gli amici di un vita. Speciali per le persone che ci hanno accompagnato a vivere quella giornata. Ieri per Francesca Ponte è stato uno di quei giorni. Un traguardo importante per lei e per tutta la squadra di amorevoli fan che l’hanno sostenuta in questo percorso.

Il mondo prende forma con gli occhi “del cuore”

Una laurea, una corona di alloro e tanta, tantissima soddisfazione. Francesca è nata in una tiepida giornata di marzo nel 2001. Martedì 6. E non è un caso se Francesca è nata nel giorno “governato” dal pianeta della guerra. Perché lei è una che sa dare battaglia, e sa anche vincere. Una bimba dolcissima per la gioia di mamma e papà, che avranno solo lei come figlia. Mamma Michelina e papà Marco amano follemente quel fagottino e da subito notano la sua indole, che crescendo diventa un elemento che la contraddistingue. E’ una bimba brillante, chiacchierona con una super memoria. Ma i suoi occhi sono diversi, Francesca è ipovedente, tutto quello che non riesce a vedere con gli occhi, Francesca lo vede con la testa, con il tatto e con la sua spiccata sensibilità. Francesca ci vede benissimo perché vede con il… cuore.

La passione per gli studi e per il prossimo

Negli anni si impegna negli studi, frequenta con successo il liceo Pedagogico, dal quale esce con un notevole 100. Poi decide di iscriversi all’Università. Il suo grande desiderio è di studiare per poter, un giorno poi, essere al fianco di chi ha bisogno, di chi vive difficoltà. Il suo obiettivo è quello di dare una mano, e di farlo con competenza e con il sorriso. Ma c’è da fare i conti con la realtà e con le difficoltà che la vita mette davanti a tutti noi ogni giorno,  a Francesca il destino beffardo ha messo di fronte qualche ostacolo in più. Non aveva fatto sicuramente i conti con quel carattere così tenace e frizzantino di una giovanotta nata sotto il segno dei pesci, un giorno come tanti, a Vairano.

Una super squadra al suo fianco: da Femas all’università

I genitori le sono stati sempre accanto, sostenendola e incoraggiandola. All’Università Francesca ha il Cudir. A fare la differenza però è anche il centro di Riabilitazione Femas: una seconda famiglia. In quel luogo, che Francesca inizia a frequentare fin da piccolissima, il personale specializzato offre alla bambina, poi alla ragazza e oggi alla donna, amore, sostegno. La sprona e la incalza. La accoglie con amore e competenza  e tra una terapia e l’altra, tra un giorno no e uno pieno di risultati, Francesca realizza i suoi sogni. Le terapiste non hanno smesso mai un giorno di esserci. Giornate passate a fare esercizi, in palestra, in acqua, in stanza, in studio. Chiacchierando e cercando di trovare soluzioni a problemi più o meno piccoli. Tutto questo tra un Natale e un compleanno, tra una interrogazione e un diploma. Con il tempo che trascorreva, gli anni che passavano. Fino ad arrivare al giorno più agognato, quello in cui Francesca ha discusso la sua tesi nell’Aula Magna del Campus Folcara, all’Unicas, per diventare “dottoressa”.

E’ solo una parte di una storia fantastica

Non servono parole, non basterebbero a raccontare tutto il tempo e la forza che hanno portato Francesca sulla sua sedia a rotelle in quella grande aula scintillante. Non sarebbe possibile raccontare l’emozione, la sua e della famiglia. L’orgoglio immenso di mamma Michelina e di papà Marco. Ma anche quello delle sue terapiste del centro Femas, per le quali Francesca è diventata figlia, nipote, amica. Perché a volte una corona di foglie con un nastro rosso vale molto di più di quella di brillanti e rubini delle principesse e delle regine. Perché quello che è accaduto ieri è una fonte di ispirazione per i suoi coetanei, per i più grandicelli che si lamentano davanti a ogni piccola difficoltà o cosa “storta”. Perché quella corona ci ricorda che i sogni si possono realizzare, se ci crediamo veramente e se sfidiamo anche il destino, quello più beffardo. Perché quella corona è un po’ come la scarpetta di Cenerentola. Questo è uno tra i tanti risultati già incassati da Francesca che ha ancora tanto da fare, tante storie da raccontarci e con le quali lasciarci senza parole.

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