Cassino, Cultura 2, Digitalizzazione 0

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Una digitalizzazione con un occhio al passato. Cassino investe 0 (zero) euro per “entrare” nel futuro. Non è possibile certo continuare a usare la carta del dissesto, che viene sapientemente utilizzata al bisogno. Nella “Casa comunale” della città martire gli ingranaggi non funzionano come dovrebbero. La digitalizzazione resta una parola inserita in comunicati, articoli e messaggi subliminali dei politicanti. Peccato che però resti solo tale. Perché di fatto non viene speso un euro per adeguarsi. A certificarlo i dati relativi a quanto spendono i Comuni italiani per avere un’infrastruttura informatica adeguata di Openpolis e relativi all’anno 2021.

Fermi al turbo Pascal

Diciamo che non è che il territorio brilli, sembra una classe di studio ferma al turbo Pascal. Un sistema farraginoso che rende la burocrazia ancora più distante e complicata. “Aprono sportelli” digitali per imprenditori, associazioni, costruttori. Una finestra utile per accedere ai servizi basilari e necessaria per molti cittadini e famiglie. Sicuramente uno strumento fondamentale per snellire iter che altrimenti risulterebbero lunghi e tediosi. Ma si potrebbe e dovrebbe fare molto di più.

Trend negativo

Un trend negativo per tutto il Cassinate. Basta guardare un po’ più in là e già Sora e Frosinone sembrano la Silicon Valley. Basti guardare qualche chilometro più in là e Pofi con circa 4.000 abitanti ha una spesa pro capite di 12.73 euro (Frosinone ha superato di poco i 14 euro). Pensare di essere pronti ad entrare nel futuro con i mezzi adeguati e poi presentarsi con la valigia di cartone e le scarpe bucate e lucide non sembra il migliore dei modi per svettare nel territorio. In un Comune che parla tanto di turismo, internazionalizzazione, che ospita l’università e decine di scuole anche una cinquantina di centesimi di euro pro capite potrebbero essere un primo passo.

Troppa grazia

Se proprio non ce la si fa, si può pensare di lasciare una quota sospesa… come per il caffè. D’altronde se si pensa ai 2 euro pro capite investiti per la cultura non si può pretendere troppo! Troppa grazia “S. Antó”… c’è il dissesto e tra un po’ si potrà andare tutti a spasso a piedi in centro.

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