Cassino, sorelline portate in casa famiglia: il tribunale le riaffida alla zia

2 MIN

I fatti si riferiscono a un episodio che si è verificato nei mesi scorsi. Dallo studio Miraglia la nota che pubblichiamo di seguito.

“FROSINONE: SORELLINE STRAPPATE ALLA ZIA LE VENGONO FINALMENTE AFFIDATE.

Il Tribunale dei Minori ha riconosciuto che l’averle allontanate le ha traumatizzate
FROSINONE (13 Dicembre 2022). Si è finalmente conclusa nel migliore dei modi la vicenda delle
due sorelline di Cassino, che lo scorso anno erano state prelevate dai Servizi sociali, che senza
preavviso né autorizzazione con uno stratagemma le avevano portate in una Casa famiglia,
strappandole alla zia che le aveva in affidamento. E non perché le maltrattasse, bensì per “eccesso
di possesso”.
Il Tribunale per i minorenni di Roma ha valutato che questo forzato allontanamento ha solo
ulteriormente traumatizzato le bambine, già provate da una difficile storia familiare. E le ha
riaffidate alla zia.
«Siamo felici di questa vittoria – commentano l’avvocato Miraglia, legale della zia, e la prof.ssa
Palmieri, Consulente tecnico di parte – che ha visto il Tribunale dei minorenni accogliere le nostre
ragioni e ritenere inopportuno e sbagliato il forzato allontanamento di queste bambine, per questo
presunto e pretestuoso “eccesso di possesso” che sarebbe stato esercitato dalla zia nei loro
confronti, quando invece si trattava di affetto e di cure amorevoli da parte di una zia premurosa».
Il giudice tutelare, nel 2018, aveva fin da subito affidato alla zia materna le due ragazzine,
ritenendola la scelta idonea per la loro crescita serena e facendo decadere la potestà di entrambi i
genitori: la mamma soffre di disordini psicologici e psichiatrici, il padre non riesce ad occuparsi
delle figlie e si era sposato con una donna che, per sua stessa ammissione, era alquanto severa e
molto poco amorevole con le bambine. Con la zia invece le ragazzine erano serene, frequentavano la scuola con profitto, praticavano sport.
Poi ad aprile dello scorso anno il tutore e l’assistente sociale avevano deciso di allontanare le
bambine senza preavviso, ritenendo eccessivo l’attaccamento della zia verso di loro.
Avevano usato uno stratagemma alquanto subdolo, per di più: le sorelline erano infatti convinte di
dover incontrare il padre, invece vennero caricate su un veicolo, senza vestiti di ricambio, né libri di
scuola e nemmeno effetti personali e portate in Casa famiglia, dove erano rimaste un mese, fino a
quanto il Tribunale aveva revocato l’allontanamento, ritenendo che le bimbe stessero molto meglio
con la zia.
«Analizzata la situazione – prosegue l’avvocato Miraglia – il tribunale ha dichiarato il non luogo a
provvedere sulla loro adottabilità, ha nominato un tutore provvisorio al posto del sindaco della città
e affidato le bambine, che ora hanno 10 e 12 anni, alla zia, “considerata anche la difficoltà dei
Servizi sociali nel gestire una vicenda familiare così complessa, come dimostrato anche dalle scelta
intempestiva del collocamento in casa famiglia senza alcuna autorizzazione formale”. Se i Servizi
sociali avessero ben operato, avrebbero risparmiato alle bambine e alla loro zia tanto dolore».
«Non solo dolore ma anche rischi e ferite per le bambine – aggiunge la prof.ssa Palmieri – alle quali
sarà necessario, dopo un’articolata e per niente scontata CTU, restituire l’infanzia che è stata loro
rubata. Non si deve mai dimenticare che, alla fine, il prezzo più alto lo pagano proprio i bambini».
Per questo motivo si valuterà la richiesta di risarcimento dei danni da parte dei Servizi Sociali”.

Clicca qui per leggere ulteriori notizie

Lascia un commento