Se Cassino tornasse a essere Cassino. E la politica tornasse a fare politica

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A Ferentino si “sfreccia” con l’alta velocità. Frosinone sogna di “volare” con l’aeroporto. E Cassino? Nella città martire si va ancora sulla diligenza, tra piazze in cantiere e voglia di sentirsi grande cittadina europea, ma con le scarpe sporche di fango.

Da tempo ormai è noto a tutti che Cassino è orfana. Zona di confine, periferia della periferia, non è forte nella regione, traballa assai nella provincia. Dall’Alto Casertano ci osservano non senza qualche dubbio. Se l’obiettivo era quello di renderci unici, sicuramente è stato raggiunto. Solo che più che unici siamo soli. Proprio come cantava Vasco Rossi. “Siamo qui, Non mi senti Eh, noi parliamo spesso, sì, Ma è così. Siamo soli, Eh, tu non puoi pretendere, Siamo qui, E siamo vivi. Eh, tutto può succedere. Ora qui, siamo soli”.

Polemiche ed entusiasmo: non mancano le squadre

Insomma, non tiriamola per le lunghe. I cittadini parlano, chiedono, urlano ma sembra tutto cadere nel nulla. Poi ci sono gli entusiasti, che sembrano vedere tutto verde e rosa a pois, che additano Mussolini che spunta dietro l’angolo, che negano il benessere portato da Andreotti. Che invocano una politica che non esiste e che, forse, non è mai esistita. Che accusano e che parlano di filosofia e città green come se a Cassino scorressero i canali di Amsterdam. Purtroppo però, e sarebbe la cosa più coraggiosa da ammettere, nella città martire di stupefacente c’è rimasto davvero ben poco. E soprattutto nessuno riesce o vuole più mettersi nei panni dell’altro. Perché “le mie esigenze e la mia visione sono migliori della tua”.

Tanti sogni e parecchie “pezze”

Il territorio si è impoverito sempre di più. Di chi saranno mai le colpe? A ben volere i volti e i nomi si conoscerebbero pure ma, come nel romanzo di Eco, Il Nome della Rosa, meglio dar fuoco alla memoria “scritta”. Che poi che sfizio ci sarebbe ad indossare gli abiti casti adornati dalle buone intenzioni. Turismo, commercio, economia, tradizioni. E certo poi cultura. Che tripudio Cassino. Per come viene raccontata dovrebbe far invidia davvero alle più belle capitali. Poi c’è super San Benedetto che, poverello, dal Sacro Monte non è che possa continuare a salvarci in zona Cesarini come fa da millenni. Eppure. C’è un eppure. O anche più di uno.

Cassinate in fermento e Cassino sempre pronta a partire ma con la poltrona ben salda

Eppure mentre nel Cassinate sindaci, amministratori, associazioni e imprenditori si sono attivati su mille fronti: progetti green, valorizzazione dei territori e dei borghi, candidature importanti a livello nazionale. A Cassino neanche più i gruppi delle parrocchie riescono a coordinarsi, in una perenne lotta al “santo” preferito. E che cosa fanno politici e amministratori dall’alto del Palazzo di piazza De Gasperi? Una beata mazza. Mettono in “ordine” eventi promossi e realizzati da singoli e privati, spiegano che l’acqua al sole si scalda e che se il tubo si rompe non c’è flusso. Dicono che i “grandi” dalla Capitale ci vogliono tanto bene. Così tanto da “regalarci” una sanità di lusso, un territorio privo di rifiuti. Risposte per l’emergenza abitativa, lasciata nascosta in un cassettino minuscolo di qualche ufficio. Risposte e sorrisi per il bene e la pace nel mondo, manco fossimo a Miss Italia. Cavolo, Cassino è al passo con le migliori e più belle capitali Europee. Abbiamo la corsia ciclabile affollatissima, aree verdi fantastiche che cercano progettisti, architetti e professionisti. Presto ci saranno enormi aree pedonalizzate e che ce ne fotte del piano del traffico aggiornato, devono andare tutti a piedi a prescindere, perché fa bene alla salute e all’ambiente. Come diceva zio Benito: fondamentale la cura del corpo, persone e giovani sani e forti. Corsi e ricorsi storici, d’altronde la vita è un flusso circolare. E anche se pensi di essere dal lato “giusto”, sempre tutto tondo è.

Ci servirebbe uno scatto d’orgoglio

Ma non si vogliono fare solo critiche, sterili e inutili. Non è questo il tempo. Non sarebbe invece molto più bello recuperare un po’ di dignità? Quella finita nei pastoni del sacrificio politico in nome di qualcosa che ormai questa benedetta città non vede più da tempo? Non spicci per rifare piazze e piazzette, passeggiate con foto per tagliare nastri o piantare un albero. E magari buttare là due o tre promesse, che fa sempre brodo. Ma un ruolo importante di leadership in un territorio fatto di persone che non vengono più a Cassino neanche il sabato per andare al mercato. Le storie ce le possiamo continuare a raccontare tutti, ma forse l’unico passo civile fatto ultimamente è stato quello delle novità per l’asilo nido. Perché quando si pensa al benessere delle persone e delle famiglie allora si che la strada è quella giusta. Ma quando si pensa a cenette, patti e personalismi, che siano di destra, sinistra, verdi, rossi o gialli, il risultato non cambia. Non è più “una poltrona per due”, ma una poltrona per uno “pagata” da tutti. Un po’ ingiusto, no?! E’ tempo di alzare la testa, di ritrovare l’amore per questa città, di essere onesti e di riconoscere a Cassino pregi e difetti, perché se si ricominciasse a vederla per quello che è sarebbe molto più emozionante vederla sbocciare di nuovo. Ma siamo sicuri che chi potrebbe cambiare visione lo voglia veramente? Per tutto il resto c’è la promozione di poltrone e sofà.

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