Addio a Piero Angela, una vita sulla quarta corda

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E’ morto Piero Angela, aveva 93 anni. Pensavamo fosse immortale, nessuno pensava che questo giorno sarebbe mai arrivato. Per decine di generazioni Piero Angela ha rappresentato un vero punto di riferimento. Solo a sentire la sua voce e la sigla di Superquark immaginavamo mondi lontani, curiosità da scoprire. Poi l’immancabile animazione di Bruno Bozzetto. Serate trascorse a imparare nel modo più fantastico di sempre. Poi il suo erede, il figlio Alberto. Ma Piero è sempre Piero. Le sue stoccate pulite, le sue critiche inattaccabili e l’analisi di eventi storici, politici ha sempre offerto molto più che un’opinione fine a se stessa.

Un messaggio ai telespettatori

“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”

Quel “no” secco alla politica

 La sua posizione è sempre stata netta: “Faccio un altro mestiere. Non sono fatto per le gerarchie. La politica, nei secoli e nei millenni, non ha mai concretamente migliorato le condizioni di vita della gente comune. Non ha mai prodotto ricchezza né benessere. La base è rimasta povera, ignorante, malata, analfabeta. Tutto è cambiato quando, sulla scena del mondo, sono apparse le macchine e l’energia che hanno moltiplicato pani e pesci. Quando mio padre era giovane, in Italia i contadini erano il 70% della popolazione, oggi appena il 4%, gli analfabeti erano l’80%, oggi c’è la scuola di massa. Oggi la politica può essere molto importante solo se favorisce questo processo: cioè gestire e distribuire bene la ricchezza che nasce da tecnologia ed energia. Ma se le maggioranze cambiano continuamente, si litiga e si parla solo di legge elettorale, nessun progetto vero diventa possibile”. “Io senatore a vita? Non fa per me. La politica è troppo litigiosa, nessun progetto va avanti” era il 2017 quando Piero angela rilasciò queste dichiarazioni al Corriere della Sera.

Una visione dell’Italia da cui prendere spunto

“Un pacchetto per il futuro di un Paese come il nostro dovrebbe essere composto da innovazione, tecnologia, educazione e valori. Può consentire uno sviluppo equilibrato e civile: la storia dimostra che i Paesi che hanno adottato tale formula sono quelli che stanno meglio. Anche l’informazione è importante: ma purtroppo, in Italia, segue troppo le lotte politiche dimenticando che la vera ricchezza è il benessere del Paese”. In una intervista al Corriere della Sera Piero Angela lo ha spiegato molto bene. “Facciamo l’esempio della scuola. Si parla continuamente di precari, di scuola laica o cattolica, di sicurezza degli edifici. Ma rarissimamente del vero problema: cioè come migliorare il livello e la qualità dell’insegnamento. E poi, in generale, in Italia non si premia il merito, il valore, l’autentica capacità”. Secondo il divulgatore il miglio capitolo della storia d’Italia è stato proprio il dopoguerra. ” Lo spirito era diverso e, magari in modi anche rozzi, si cercava di ricostruire puntando sul progresso dell’intero Paese. Anche la classe politica ragionava così. Infatti si arrivò al boom, al benessere. Poi è andata com’è andata”.

Una vita sulla quarta corda

Per molti, forse tutti, è stata semplicemente la sigla di Quark, quando in realtà è stato ed è uno dei capolavori di Johann Sebastian Bach. Aria sulla quarta corda, ovvero il “nomignolo” dato al secondo movimento della Suite orchestrale n. 3 in re maggiore dopo che il celebre violinista tedesco August Wilhelmj ne fece un arrangiamento per violino e pianoforte. Riorganizzando il brano di Bach trasportandolo di tonalità, da Re a Do, e abbassandolo di una ottava in modo da poter suonare la melodia interamente sulla corda di SOL, la quarta corda del violino. Come ha fatto spesso nella sua vita professionale Piero Angela, riorganizzando, rielaborando teoremi, teorie e ragionamenti rendendoli comprensibili a tutti. Sempre sulla stessa corda, quella della continua scoperta.

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