Medici

Caos al Pronto soccorso e la politica dorme

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Giornata di trambusto al Pronto Soccorso del Santa Scolastica. Un utente sarebbe rimasto per ore in attesa di avere informazioni sull’anziana madre portata da un familiare in mattinata presso il nosocomio. La donna lamentava dolori forti all’inguine. Durante l’attesa il figlio avrebbe tentato di confrontarsi con il personale in diversi modi. Senza sortire effetti poiché non era presente nessuno all’accettazione. L’uomo ha poi raccontato che nel frattempo è arrivata una donna dolorante accompagnata da figlio poco più che ventenne e particolarmente spaventato. Senza pensarci due volte l’uomo sarebbe così entrato nel Pronto soccorso alla ricerca di personale che potesse aiutare la donna.

Caos nei corridoi e carabinieri

Di lì in poi è scoppiato il caos. L’uomo, esasperato per le scarse notizie sulla madre e per la donna arrivata, avrebbe alzato i toni. Risposte a tono anche da parte dei sanitari. Un battibecco che avrebbe poi coinvolto tutti o presenti. Sembrerebbe sia il personale sanitario che chi era in attesa. Sul posto sono arrivati i carabinieri per sedare gli animi.

Servono più sostegno e mezzi all’ospedale

Il vero problema non è un figlio che , preoccupato, perde la pazienza. Tantomeno un infermiere o un medico che scappa da una sala all’altra per offrire cure. Il Santa Scolastica “accoglie” emergenze da tutto il territorio. Gli utenti arrivano anche dall’alto Casertano. A fronte di una domanda così impegnativa sembrano non esserci offerte adeguate.

E la politica resta a guardare

Inutile dire che il mondo della politica poco fa per risolvere le criticità. Tra un taglio del nastro per un reparto o per un “giardino” davanti all’ospedale, la gente aspetta. La struttura non trova pace, il personale dà il massimo ma c’è tanto da fare. E,purtroppo, spesso non basta. Ciclicamente destra e sinistra si appellano a qualche esponente provinciale e regionale. Scatta il “tour” con conferenza stampa all’ingresso del Santa Scolastica. E poi tutti a farsi curare altrove. A restare sono tutti gli altri, i cittadini. Quelli che “contano” solo quando si avvicina il tempo del voto.

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