COVID-19: Sotto il metro non c’è maschera che tenga

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Quasi da un paio di anni abbiamo sposato queste compagne di viaggio, lavoro e conversazione. Le abbiamo stilisticamente arricchite e funzionalmente perfezionate, ma a prescindere del loro aspetto esteriore e della loro funzionalità tecnica, le mascherine hanno caratterizzato questi quasi due anni di pandemia. Abbiamo iniziato con l’utilizzo di quelle di stoffa, ma abbiamo visto utilizzare anche buste e metodi meno ortodossi ed in alcuni casi molto pericolosi.

Poi abbiamo iniziato ad utilizzare le maschere giuste, chirurgiche di tipo 1, di tipo 2, FFP2 definite N95. Tutte tipologie di maschere idonee alla protezione respiratoria. Come mai però nonostante l’uso della mascherina ci viene detto e ricordato allo strenuo di mantenere comunque la distanza di sicurezza? Cosa c’è che ci sfugge o che a questo punto sfugge alle mascherine?

Lo studio

Ebbene, il cosa ci sfugge ci viene spiegato da uno studio pubblicato sul “The royal society journal” rivista scientifica fondata nel 1660 che ospita il lavoro di un gruppo di ricercatori (Jietuo Wang , Federico Dalla Barba , Alessio Roccon, Gaetano Sardina , Alfredo Soldati and Francesco Picano). Lo studio afferma diverse caratteristiche di comportamento del virus, l’aspetto più interessante è come questo si diffonda nell’ambiente nonostante chi sia infettato indossi una mascherina, indipendentemente dalla tipologia.

Nell’immagine che vediamo, c’è un grafico che rappresenta la distanza percorsa dal virus sull’asse orizzontale e l’esposizione al virus normalizzata sull’asse verticale (ovvero considerando come valore 1 il valore massimo di esposizione). Le casistiche sono 3 in altrettante colorazioni:

  • Nera: starnuto
  • Blu: colpo di tosse
  • Rossa: parlato

ad ogni colore vengono abbiate 5 tipologie di situazioni:

  • Linea continua: Nessun utilizzo di maschera
  • Quadrato: maschera chirurgica
  • Cerchio: maschera chirurgica con perdite (usurata)
  • Rombo: maschera N95 (FFP2)
  • Croce: maschera N95 (FFP2) con perdite (usurata)

Senza mascherina

Le particelle virali della persona infetta che starnutisce possono raggiungere oltre i 5 metri, fino a quando perdono la propria efficacia, nel caso di colpo di tosse le particelle raggiungono i 3 metri, mentre le particelle di una persona che parla possono raggiungere il metro di distanza. Questo era abbastanza noto anche prima di questo studio, l’aspetto interessante è il comportamento delle particelle virali nonostante l’utilizzo della mascherina.

Con mascherina

Si vede chiaramente come uno starnuto fatto con una mascherina chirurgica vecchia possa far arrivare le particelle a quasi un metro di distanza quasi al pari della mascherina chirurgica nuova, al pari di una mascherina FFP2 vecchia o inefficace, ottimi risultati si vedono in caso di starnuto indossando una FFP2 nuova.

Un colpo di tosse arriva a quasi mezzo metro dalla persona che tossisce con mascherina chirurgica nuova o non efficace. Mentre con FFP2 nuova la trasmissione di carica virale è minima tanto da non essere rilevabile dal grafico, mentre con una maschera FFP2 nuova la trasmissione è pressoché nulla.

Mascherina si, mascherina no?

La domanda retorica ha una risposta scontata, mascherina assolutamente si. Ma pensare di essere invincibili con la mascherina, assolutamente no. È sempre più chiaro come a distanza ridotta il virus possa comunque arrivare. È altrettanto chiaro che con la mascherina il virus non compia distanze chilometriche, ma pochi centimetri; nozione da ricordare agli habituè della chiacchiera confidenziale ravvicinata. Chiaramente avendo una buona “dose” di vaccino siamo “sicuramente” più sicuri.

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