Respiro – Il bello che tende al divino

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Respiro – L’incantevole inizia quando gli elementi si incontrano e scontrano. Come in una democrazia perfetta gli opposti come il caldo ed il freddo o la l’acqua ed il fuoco si mischiano creando lo spettacolo che solo la natura può offrirci.

L’autunno è la stagione degli sconvolgimenti.

Gli impreparati abitanti del pianeta terra, assopiti ancora dal caldo estivo fanno i conti con i primi freddi. Con le tempeste tipiche di questa stagione.

Tutti corrono ai ripari. Gli alberi perdono le foglie per offrire meno attrito ai forti venti. I funghi, nascosti dalle foglie, lasciano cadere le proprie spore. I piccoli roditori, gli scoiattoli ed i ghiri fanno incetta delle ghiande. Tutti gli animali fanno scorta. Altri iniziano a perdere il pelo per lasciar posto alla folta pelliccia invernale. I migratori riempiono i nostri cieli formando a volte forme “spaziali” a cui anche l’uomo mai ha saputo resistere a loro studio.

Cadono le foglie, ma la natura è ancor più viva. Nel mare i pesci pelagici si abbrancano facendo  incetta di cibo per prepararsi ai mesi di digiuno che gli spettano durante il periodo degli accoppiamenti.

Il sotto bosco si prepara

Le cime più alte delle nostre montagne si vestono di bianco. Il sotto bosco freneticamente si prepara al freddo e gelido inverno. Nel nostro mondo artificiale anche l’uomo non sfugge all’arrivo del freddo. Cataste di legna sapientemente impilate. I negozi si riempiono di maglioni e giacche. Istintivamente facciamo ciò che fanno tutti gli animali.

L’istinto atavico esiste e in alcuni di noi è talmente forte che è difficile far finta di nulla, stare lì immobili mentre tutta la natura si prepara al rigido inverno risulta tutt’altro che normale.

L’impulso vitale

La sveglia dei telefoni viene sostituita da quella biologica. La nuova ora subentrata a fine ottobre, rimane un numero. Il fischio del merlo, i piccoli uccelli preannunciano l’alba nonostante il frastuono delle auto. L’impulso vitale copre i duri sacrifici di lunghe ed estenuanti giornate di lavoro. Il sorriso e quella musica che si ode nel cuore, lascia il posto all’istinto che porta conseguente determinazione e concentrazione.

Il tutto viene pianificato, tutto è studiato. Nella mente ogni singolo segnale visto e percepito nei giorni precedenti è elaborato. Sapere dove andare, cosa fare, è fondamentale per portare a termine il proprio compito.

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Il bello che tende al divino

La pioggia scorre addosso, gli occhiali si appannano, il ripido sentiero ricoperto da foglie gialle e rosse rende il passo morbido e felpato. Il rumore dei passi dei nostri splenditi setter si perde nel silenzio dei boschi autunnali. In quota il vento accarezza il volto. Ai piedi della montagna una città che ancora dorme. Seguo la cresta, appena al ridosso. I folti carpini lasciano posto ad alcuni maestosi faggi. Smette di piovere, esco in uno slargo e alzo lo sguardo. Il bello che tende al divino si protrae all’infinito. Nella mia mente in un attimo tutto ha un senso. La logica vitale rende quell’istinto ancestrale vivo e forte. Felice di essere un animale tra gli animali, ricco perché ancora coraggioso di poter apprezzare tanto splendore.

Una volta a casa, sono ancora le 9, vengo immerso dal tran tran quotidiano, quello che il più delle volte ai miei occhi resta insensato. Guardo negli occhi mia moglie e sorrido. Lei mi chiede il perché nonostante le incombenze da affrontare, ed io: “so di cosa siamo fatti, abbiamo il nostro posto e la nostra vita scorre lontana da ingannevoli voli pindarici. Semplice, sono felice!”.

Sergio Giannitelli

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