#LACITTACHEVORREI: «Urge un tavolo tecnico. Subito»

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«Problemi complessi non hanno mai soluzioni facili. E quello che sta accadendo con lo scontro tra giovani e amministrazione e con i gestori dei locali al centro, ne è un esempio», lo afferma l’associazione giovanile #LACITTACHEVORREI.

«Il Covid e le sue preoccupanti varianti sono un fatto e il sindaco, che ha la responsabilità della sicurezza e della salute, fa bene a lanciare l’allarme. È un suo dovere di cui, – spiegano – giustamente, si fa carico. Dall’altra parte però ci sono i ragazzi. Ragazzi costretti da troppo tempo, oramai, a vivere “sospesi”. Senza sport di squadra, senza attività, senza relazioni che vanno oltre la scuola e i social. Ogni anno, per loro, “pesa” indubbiamente più che per un adulto. I loro comportamenti irresponsabili(vero), “gridano” bisogno di normalità. E poi ci sono i gestori dei bar di piazza Labriola che, giustamente, non ci stanno a fare la parte degli “untori” e chiedono un dialogo, dichiarandosi pronti a fare la loro parte».

La proposta

«Ecco. Noi chiediamo di partire proprio da qui. Chiediamo al sindaco di accogliere la loro richiesta. Dovrebbe però convocare, – propone #LACITTACHEVORREIe subito, non solo loro ma anche i rappresentanti di associazioni giovanili, come la nostra ed altre, che da anni parlano dei giovani e dei loro bisogni. Capire, tutti assieme, che soluzioni prendere a stretto giro, senza sacrifici eccessivi solo per una parte . Noi, ad esempio, siamo convinti che bisogna puntare sui controlli:polizia locale, forze dell’ordine ma anche un responsabile individuato dal gestore stesso di ogni bar, addetto al rispetto delle regole degli avventori del locale.

Pronti a fare la nostra parte

«Facciamo un esempio: i tavolini. Consentire 4 persone intorno ad uno regolamentare non può andare. Le mascherine: finita la consumazione vanno tirate su. Serve qualcuno che lo ricordi, con garbo, alla clientela. E per farlo non possono essere le forze dell’ordine, ma un addetto del bar, individuato da gestore. Noi, come associazione, – concludono – siamo pronti a fare la nostra parte. Perché una soluzione si trova sempre, senza arrivare a conflitti sociali che, mai come in questo periodo, non servono a nessuno».

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