Associazioni ambientaliste sugli scudi per proteggere il fiume Rapido

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Le Associazioni ambientaliste Italia Nostra, Fare Verde, Anpana e l’ambientalista Edoardo Grossi hanno presentato formale denuncia alla Procura della Repubblica di Cassino per far luce sulla rimozione (secondo i sodalizi non autorizzata) di oltre 8000 metri cubi di ghiaia del fiume Rapido da parte della Società S.E.R.

«La rimozione selvaggia e non autorizzata di migliaia di metri cubi di materiale fluviale, – dicono le associazioni – bene indisponibile della collettività e dell’ambiente fluviale, avvenuta nel fiume Rapido ha ricordato alle associazioni ambientaliste che la ferita della centralina privata S.E.R. è ancora dolorosa e merita guarigione. I margini di intervento, dopo un ulteriore attento studio di vari documenti, sono ancora molto ampi. L’atto deliberativo 1932/2000 ,con cui la regione Lazio, giunta Storace, di cui facevano parte due assessori di Cassino, concedeva di nuovo la concessione idroelettrica alla S.E.R.. era solo un osceno castello di mistificazioni, bugie, furbastri giochi di parole. I pilastri della azione delle associazioni e della giusta causa rimangono ben altri atti , determine, delibere la cui legittimità ed attualità non possono essere in discussione».

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Divieti di usare l’acqua del Rapido

«In questi si legge chiaramente che tutte le opere sul fiume Rapido ed il Rio Secco erano e rimangono urbanisticamente difformi e non sanabili. Inoltre si leggono – continuano le associazioni – chiaramente i divieti ad usare l’acqua del fiume Rapido in modo ad accumulo cosa che ha sempre fatto la S.e.r.. Questo modus operandi ad accumulo è la causa principale del degrado ambientale, paesaggistico ed igienico sanitario del fiume».

«Come primo atto le quattro associazioni hanno inviato una denuncia che intende affiancare quella della polizia municipale di Sant’ Elia Fiume Rapido. Le quattro associazioni – concludono – stanno preparando una più ampia e corposa denuncia alla Procura della repubblica di Cassino ed una nuova richiesta di revoca della Concessione idrolettrica».

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