Nei giorni scorsi con una sentenza rivoluzionaria, che implicitamente faciliterà le donne a denunciare maltrattamenti e abusi, la Corte Costituzionale ha espressamente sancito il diritto al gratuito patrocinio. Indipendentemente dal livello di reddito e a prescindere da situazioni di “non abbienza”, per tutte le persone offese da reati di violenza. Puntualmente indicati nel corpo nella sentenza, indipendentemente dalla volontà del giudice, ma per volere del legislatore. A spiegare cosa realmente accaduto tre esponenti di Azzurra Donna Frosinone, Moira Rotondo, Serena Petricca e Sara Simone.
La decisione
“La decisione della Consulta – dichiarano le consigliere forziste Sara Simone di Arce e Serena Petricca di Sora entrambe avvocati di professione – è di fondamentale importanza perché si tratta di un sostegno concreto, non solo materiale ma anche psicologico, per chi denuncia. La Corte Costituzionale ha messo fine alla doppia interpretazione della norma del Testo Unico circa la possibilità dell’ammissione al gratuito patrocinio. Rimarcando, l’automaticità e l’obbligatorietà della stessa per le vittime. A prescindere dal loro reddito in quanto tutte egualmente vulnerabili. E’ stato compiuto un ulteriore passo in avanti affinché le donne non si sentano sole e siano incentivate a denunciare. Si tratta di un aiuto diretto alle tante, troppe donne, che accantonano l’idea della denuncia perché si sentono abbandonate, giudicate, estromesse proprio da quel sistema. Il quale invece dovrebbe accoglierle, ascoltarle, tutelarle».
I dati
«Oggi più che mai ce n’era bisogno. La pandemia, – continuano – a causa della convivenza forzata in casa, ha aggravato una situazione già grave di per sé. Secondo i dati Istat nei primi sei mesi del 2020, le chiamate al numero antiviolenza 1522 sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%). E secondo i dati forniti dall’Eures, nei primi 10 mesi del 2020 in Italia si sono registrati 91 femminicidi. Numeri che devono farci riflettere ed impegnare ancora di più Spingendo affinché la politica a tutti i livelli adotti misure concrete e di sostentamento in favore dei centri antiviolenza. E delle tante realtà attive sui territori, lasciate spesso senza risorse, esattamente come le vittime che necessitano del loro aiuto».
Il cambiamento culturale
“Non basta una legge però o una sentenza – conclude Moira Rotondo, coordinatore provinciale di Azzurro Donna – senza un cambiamento culturale che parta dalla scuola, dall’università, dal mondo del lavoro. E da tutti quei contesti in cui la violenza di genere viene ancora ignorata, quando non addirittura giustificata. Sicuramente contribuirà a far aumentare la sensibilità culturale e giuridica in materia di violenza contro donne e minori. Ma la strada da fare è ancora lunga e costellata di pregiudizi e luoghi comuni da abbattere, perché la prima arma contro la violenza è il rispetto».