E anche il Natale di questo interminabile 2020 è arrivato. E’ alle porte, in questa antivigilia di nuvole, smog e nebbia. Il traffico attanaglia la piccola città che tossendo trova il tempo di scrivere anche Lei al buon Babbo Natale. Speranzosa che possa ricevere i suoi meritati doni.
“Caro Babbo Natale, sono una piccola città nel profondo sud della regione Lazio, crocevia ed ombelico della nostra splendida Penisola, mi chiamo Cassino. Sono una martire, distrutta e ricostruita durante e dopo la seconda guerra mondiale, dove stranamente non mi sentivo ne invasa e ne nemica di alcuna fazione, ma oggetto di sperimentazioni belliche. Dopo quei funesti eventi, ho vissuto di alti e bassi, ma da diversi anni solo di bassi. Sono ammalata, acciaccata e sanguino in ogni dove, ad aggravar il tutto questa maledetta pandemia. Il mio territorio che abbraccia anche i miei fratelli, gli altri comuni limitrofi, è oggetto di un gioco al massacro che ormai imperversa da anni e che non sto qui a raccontarti.
Siamo la discarica della Regione Lazio
«Siamo la discarica della Regione. Scusa lo sfogo sono consapevole che tu puoi poco in merito, ma ciò per sottolinearti il periodo di sofferenza che sto attraversando. Attualmente ho forti mal di pancia dovuti da chi mi governa che nonostante siano essi espressione di una parte nobile della politica locale, nel mio intestino tendono a diventare fecalomi generando stipsi e meteorismo. “il bue che dice cornuto all’asino” dove il bue, espressione di quella politica che in molti combattono, invece di prendersi le proprie responsabilità e prendere le distanze da indagati e imputati scredita l’avversario politico. Ed io??? finisco sempre più nel dimenticatoio.
Le mie richieste
«Caro Babbo Natale, non so se sono stata buona per questo mi rimetto al tuo buon senso. Ti chiedo, sempre se nelle tue possibilità, alcune piccole cose che so per certo potranno essere utili per i miei cari cittadini che per le mie strade scorrono come il sangue nelle vene. Mi piacerebbe avere un occhio di riguardo per i cittadini più bisognosi, non solo i più poveri ma tutte quelle famiglie che quotidianamente affrontano difficoltà dovute dalla disabilità dei propri cari o agli anziani. Mia memoria storica, quindi è necessaria la gratuità dei parcheggi oltre ovviamente alla messa in regola degli stalli e la messa a norma dei miei marciapiedi malandati e pieni di asperità.
Ti chiedo, affinché vi sia una migliore qualità dell’ aria, un “cuore” urbano pedonale e ciclabile e quindi una vera pista ciclabile, meglio se ricavata al posto delle strisce blu, visto che ciò che è stato tentato di fare è ora una cicatrice. Vorrei capire come stanno oggi i miei cittadini, vorrei che si indagasse sulle conseguenze della malagestione dei rifiuti sul mio territorio. Mi occorre un chemioterapico per il Nocione, lo Spineto, quest’ultima vera e propria bomba ad orologeria. Vorrei una medicina per i miei fiumi, per il Rapido in particolare.
Vorrei……
Vorrei che venissero piantati tutti gli alberi ingiustamente tagliati. Vorrei vedere i bimbi tornare a giocare per strada, come anni fa.
Vorrei che chi mi governa metta da parte odio e pregiudizio e prenda le distanze dai poteri forti indagati e imputati. E che vada a sbattere i pugni su quei tavoli provinciali e regionali dove io sono il “cestino”. Io ho bisogno che si innalzi il dibattitto politico e non che precipiti in quel baratro della mediocrità che attualmente ne sono espressione. E perché no, vorrei una rivoluzione. Ma non sulle mie strade, bensì nella mente dei miei cittadini e soprattutto dei miei politici. Necessito di un condottiero che stia lì a prender tutti per mano e non ad aggredire, insultare e condannare. Che invece di colpevolizzare i cittadini prenda atto che “errare è umano” e non che trovi giustificazione ad ogni passo falso o scempio commesso.
Nel fare il vino uno scarto è di certo la “feccia”, ma ci sono anche le vinacce dalle quali si produce la grappa che è ben più nobile del vino. Credo che negli anni ho subito tante, troppe “spremiture” e credo che le vinacce iniziano ad essere in buon quantitativo per esprimere qualcosa di più nobile del vino.
Ti voglio tanto bene, grazie
La “tua” piccola Cassino