Diretta social, ecco chi l’ha impedita

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Era il consiglio comunale più atteso del 2020 post Covid19. Quello di ieri doveva essere l’assise cittadina della verità per quanto riguarda la sanità. La presenza del direttore generale, facente funzioni, della Asl di Frosinone, maggioranza e opposizione schierate per discutere delle criticità che affliggono, ormai da molto tempo, l’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Tutti si aspettavano un consiglio acceso e dagli strascichi che avrebbero monopolizzato l’attenzione pubblica per giorni. Ma alla fine a tenere banco è stata la querelle su chi era stato l’artefice del diniego a non far trasmettere in diretta social il consiglio comunale.

Come a Hollywood

Non abbiamo le prove, ma le vicende ci hanno ricordato in linea di massima la trama di un grandissimo film sulla manipolazione dell’opinione pubblica. Sesso e Potere è una celebre pellicola del 1997 diretto da Barry Levison con due grandi star come Dustin Hoffman e Robert De Niro. In sostanza per distogliere l’attenzione dei media da uno scandalo sessuale che vede coinvolto il presidente degli Stati Uniti, lo spin doctor Conrad Brean e i suoi addetti alle pubbliche relazioni ingaggiano un produttore di Hollywood, Stanley Motss per mettere in scena una finta guerra contro l’Albania. Ovviamente nel nostro caso i particolari non coincidono, ma il “depistaggio” dell’attenzione pubblica c’è stato voluto o meno. Tanto che il Sindaco nel suo commento ad un consiglio comunale cosi importante per la città esordisce:«Peccato che una parte dell’opposizione non abbia permesso la diretta Facebook del consiglio comunale di oggi sulla sanità». Detto ciò proviamo a ricostruire i fatti.

Il ruolo della Conferenza dei Capigruppo

Partiamo dal presupposto che la mancata diretta social del Consiglio Comunale di ieri è stata frutto di una decisione della conferenza dei capigruppo. Ovvero, l’organismo, di cui all’art. 9 del Regolamento del Consiglio Comunale, che è composto dai capigruppo di ciascun gruppo consiliare e che è convocato e presieduto dal presidente del consiglio. Quindi nel nostro caso dalla dott.ssa Barbara Di Rollo. La conferenza svolge un lavoro preparatorio al consiglio in quanto stabilisce sia il calendario dei lavori, sia l’ordine degli argomenti da trattare. Può assumere decisioni in merito ad argomenti proposti dal presidente e attinenti all’organizzazione del consiglio o delle commissioni consiliari che non siano già definite dal regolamento del consiglio. L’espressione di voto della conferenza dei capigruppo è ponderato. Cioè il voto del rappresentante del gruppo vale quanto il numero di consiglieri che asseriscono alla lista.

I numeri hanno la testa dura

Per esempio il voto del consigliere Gino Ranaldi, capo gruppo del Pd, vale 7 e non 1. Mentre, per intenderci, quello del consigliere Massimiliano Mignanelli vale 1 e quello del consigliere Francesco Evangelista, capo gruppo Lega, ne vale 2 in quanto a lui asserisce anche l’altro consigliere comunale del Carroccio, Michelina Bevilacqua. Fatti i dovuti esempi è evidente che la presunta colpa della mancata diretta del Consiglio Comunale non può essere stata soltanto o addirittura di una parte dell’opposizione. Perché è palese che non avrebbe avuto i numeri.

Anche se numericamente a livello fisico le minoranze hanno 8 “teste” nella conferenza dei capigruppo rappresentano 9 consiglieri comunali. Mentre seppur i capigruppo che fanno riferimento alla maggioranza sono soltanto tre rappresentano però 15 scranni (Pd 7, Salera Sindaco 6, Demos 2). Onde per cui per essere stata approvata una azione c’è dovuto essere stato, per forza, il benestare almeno di uno dei maggiori gruppi della maggioranza. Ne scaturisce che sull’arma del delitto ci sono e sono ben evidenti anche le impronte digitali del governo cittadino. E’ inoltre palese che qualora i rappresentanti del Sindaco avessero voluto sovvertire la decisione l’avrebbero potuto fare. Perché la matematica tutto è, tranne che un’opinione. E i numeri hanno la testa dura.

Diretta social: Verba volant, scripta manent

Verba volant, scripta manent, dicevano i latini. Pertanto, un mezzo per riuscire a ristabilire la verità esiste. Sempre secondo l’articolo 9 del Regolamento del Consiglio Comunale il Presidente del Consiglio Comunale, Barbara Di Rollo, avrebbe dovuto far redigere dal segretario comunale o da un funzionario del Comune, un verbale della seduta della Conferenza dei Capigruppo. Pertanto qualora, veramente, si voglia far luce su una vicenda che ha scalzato dai social lo stato di salute dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino (di cui sicuramente sentiremo presto riparlare) si renda noto il resoconto scritto della riunione. Cosi ci daremo tutti pace.

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