Italia contro Italia. Chiuso per 10 giorni il ristorante Pizza & Babbà.

2 MIN

Giovane, intraprendente, ma soprattutto decisa. Una manager di ultima generazione. Maria Fontana ha 23 anni e gestisce in modo impeccabile circa 20 dipendenti. Quelli del ristorante Pizza & Babbà, un’istituzione a Cassino nonostante solo 4 anni di attività sul territorio della città martire. Ma purtroppo anche le migliori favole hanno sempre un momento in cui il protagonista deve vedersela con le ingiustizie della vita.

Chiusura per 10 giorni.

Proprio ieri, infatti, gli viene notificato un provvedimento a firma del Prefetto della Provincia di Frosinone in cui è sancita la chiusura del ristorante Pizza & Babbà per dieci giorni. La motivazione è, secondo gli accertatori dell’irregolarità, la trasgressione da parte del locale alle restrizioni imposte daI decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per l’emergenza legata al Covid 19.

I fatti.

Pizza & Babbà offriva dall’inizio del lockdown fino al 4 maggio solo ed esclusivamente il servizio di consegna a domicilio, come previsto dalle norme vigenti. Il 15 marzo arriva l’ordinazione di una pizza da parte di un cliente residente sulla stessa strada dove è ubicato il ristorante. In pratica di fronte all’ingresso del locale. In tutta sicurezza i ragazzi preparano tutto l’occorrente ed uno di loro esce dal locale con guanti, mascherina e la pizza nel contenitore omologato per il servizio di consegna a domicilio.

Il cliente sull’altro lato della strada vede il ragazzo e gli va incontro. Poco prima del ciglio stradale i due si incontrano. Ma proprio in quel momento sopraggiunge una pattuglia delle forze dell’ordine che contesta a Pizza e Babbà di aver consegnato fuori dal locale una pizza nonostante i divieti che stabiliscono la chiusura dei locali al pubblico con esclusiva possibilità di consegna a domicilio.

La decisione del Prefetto e le parole della titolare.

Dopo 53 giorni viene notificata a Maria Fontana la sanzione per la violazione dell’articolo 1 del Dl 6/2020 del 23/02/2020, dell’articolo 1 del DPCM 11/03/2020 e dell’articolo 15 del Dl 14/2020 del 09/03/2020. In sostanza chiusura per 10 giorni, denuncia penale e multa.

Un cataclisma che si abbatte su una giovane imprenditrice che, ora, comprensibilmente non si dà pace. “Abbiamo lavorato per due mesi cercando anche di aiutare le persone più bisognose, perché in queste condizioni nessuno deve restare indietro, per davvero – spiega Maria Fontana titolare di Pizza & Babbàgarantire un piatto caldo ai meno fortunati, quindi, ci sembrava il minimo che potessimo fare. Ma il mio impegno e di tutti i meravigliosi ragazzi che lavorano per Pizza e Babbà non può essere spazzato via così, per un malinteso. È palese che quella che è stata fatta il 15 marzo era una consegna a domicilio. Prima o poi il cliente lo incontriamo, è logico. Sia per la consegna della pizza e sia per il pagamento. Forse abbiamo commesso una leggerezza, dovevamo intimare al cliente di rimanere sul portone e non venirci incontro per puro atto di cortesia?”

La solidarietà di imprenditori, commercianti e clienti.

Penso che sia un’ingiustizia bella e buona – sostiene la giovane imprenditrice– E come me la pensano in tanti. Ringrazio, infatti,tutti coloro, imprenditori, commercianti, clienti e amici che ci stanno sommergendo di attestati di stima. Questo ci rincuora, perché significa che il nostro lavoro lo stiamo facendo bene. Ma resta tanta, tanta e tanta amarezza”, conclude Maria Fontana.

Come detto tantissimi gli attestati di stima da parte della città alla titolare e ai ragazzi di Pizza & Babbà che intanto lanciano l’ironico hashtag #oggiavremmopreparatoquesto con la foto delle pizze e alimenti che, purtroppo, non vedranno il sorriso dei clienti nei prossimi dieci giorni.

Italia contro Italia, fine primo tempo.

Lascia un commento