Dopo un percorso di rinnovamento nell’organico e proprio quando la “pesantezza” del privato torna a farsi sentire, tanto da indurre un’amministrazione a deliberare a suo favore, la nota associazione Bene Comune Per Cassino fa sentire la propria voce. Secondo il sodalizio: «La Villa Comunale, non dovrà mai essere oggetto di “speculazione privatistica». Ma non si ferma alla sola critica e controbatte con una proposta, concreta e scevra dalle strumentalizzazioni messe in atto da altre “entità” tutt’ora non ben definite. Ovvero l’anagrafe dei Beni Comuni.
I custodi della bellezza
Chi sono i “custodi della bellezza” dei parchi intesi come Beni comuni? Se consideriamo i piccoli e grandi parchi come Beni comuni, e non solo come aree di proprietà pubblica (o privata), i responsabili della loro cura non saranno solo soggetti pubblici (o privati). Già 13 anni fa la Commissione Rodotà nominava espressamente i parchi come Beni comuni, insieme alle foreste e ai boschi, ai fiumi e ai laghi. Alle zone montane di alta quota e ai ghiacciai, alle riserve ambientali lungo le coste, alla fauna selvatica e alla flora tutelata. Ma anche ai paesaggi e alle aree archeologiche, culturali e ambientali tutelate.
Si sosteneva cioè la tesi che i parchi sono alla base dell’esercizio dei nostri diritti fondamentali. Del nostro libero sviluppo come persone. Si diceva che bisogna garantirne la fruizione da parte di tutti. E in ogni caso, compatibilmente con l’esigenza prioritaria della loro preservazione a vantaggio delle generazioni future. Dentro a questa cornice di senso generale si inquadrano numerose esperienze che vedono nascere, maturare ed evolvere inedite alleanze tra abitanti attivi e amministratori pubblici innovatori. Ad un unico scopo: la cura condivisa dei parchi come beni comuni.
I custodi della bellezza dei parchi intesi come beni comuni hanno profili diversi. Lavorano con ruoli tecnici nelle amministrazioni pubbliche locali, hanno responsabilità politiche nelle stesse, sono membri di associazioni. Oppure fanno parte di gruppi informali molto numerosi o formati da poche persone attive, a volte sono addirittura singoli abitanti che si attivano da soli.
Villa Comunale intangibile e indisponibile
Ed è per questi presupposti che Bene Comune per Cassino, guarda con molto interesse a quanto deliberato dalla Giunta Comunale in data 02-03-2021. Dove si è stato definito un indirizzo programmatico ad affidare a privato la concessione in locazione di un immobile ed area esterna ubicato all’interno della Villa Comunale (Parco del Gari) da destinare ad attività di pubblico esercizio: BAR E RISTORAZIONE. «La Villa comunale attraversata dalle sorgenti del Gari e per noi intangibile e indisponibile – ha chiosato il sodalizio – per qualsiasi affidamento ai privati. I quali sicuramente ne farebbero oggetto di speculazione privatistica. Come avviene da decenni in altri luoghi della città. Tra l’indifferenza più assoluta di chi dovrebbe vigilare e garantire per legge il diritto della libera e gratuita fruibilità di esse da parte dei cittadini».
Inoltre l’Associazione Bene Comune ricorda al Sindaco Salera e alla sua Giunta: «la possibilità prevista dalla legge di co-progettare Patti di collaborazione e accordi amministrativi per la gestione solidale dei Beni comuni urbani. Propone, inoltre, una consultazione dei Cittadini cassinati (mediante referendum) per destinare l’utilizzo e scegliere la modalità gestione dei Beni comuni urbani della Città. Dopo che l’Amministrazione comunale cittadina ha redatto e approvato una Anagrafe dei Beni Comuni urbani».