Con i lampioni si spengono anche le speranze. Quartieri al buio e l’oscurità avvolge tutto, restano parole pronunciate o rimaste tra i denti, parole scritte o solo copiate, e pure male. Nella confusione e al freddo i cittadini non sanno dove volgere lo sguardo. Come nelle peggiori fiabe quando il male prende il sopravvento, l’oscurità copre il reame e i sudditi. Si sta facendo notte.
L’illuminazione pubblica è ormai un optional, il Medioevo è tornato ai piedi dell’abbazia. I commercianti chiedono aiuto, ma le grida vengono trasformate in critiche e le risposte non arrivano. Le colpe vengono date a terzi e le soluzioni non arrivano. Un lockdown di valori e rispetto, che escono solo due ore al giorno, dovessero poi essere contagiosi! “Si sta facendo notte” cantava Renato Zero, in un capolavoro senza tempo della sua musica.
La luce della giustizia
La notte sembra essere calata anche sul Comune, dove le tenebre si insidiano risalendo la china di si credeva onnipotente. Ma non è una caratteristica umana. Per fortuna o, forse, purtroppo. Poco distante, al di là della strada, la luce della Giustizia cerca di farsi largo nell’oscurità asfissiante. Il popolo ha bisogno di chiarezza, di capire, di sapere. Tardi o presto arriverà la luce e su questo possiamo mettercela la firma.
Il buio nelle strade e nei quartieri rispecchia il buio del Palazzo. La necessità di vederci chiaro è prepotente, arrogante, ancora di più di chi continua a mantenere le luci spente. Sperando, forse, che in quell’oscurità sia più facile far sparire vasi di marmellata e panni sporchi. Ma, anche nel buio, il fetore di una carcassa non si nasconde, una buca non si copre e la verità non si cancella. E comunque vada, si sta facendo notte. I-ne-so-ra-bil-men-te.