Tanti anni fa ebbe un grande successo un film che vedeva protagoniste le due arcirivali Bette Davis e Joan Crawford. Il titolo era “Che fine ha fatto Baby Jane?”, ed era di stampo a metà fra l’horror e il thriller. Qualche hanno prima, più modestamente, in Italia usciva un capolavoro con Totò e Peppino De Filippo. Una classica commedia che narrava le (dis)avventure di due fratelli, i fratelli Capone (che Totò declinava correttamente al plurale, “Caponi”). Nel 2020, a grande richiesta, assistiamo a un altro ritorno in stile “Caponi”. Chi sa, infatti, che fine hanno fatto i principali artefici della caduta a Cassino dell’amministrazione di Centrodestra, l’anno scorso?
E…ho detto tutto
Chi ha idea di dove siano oggi collocati (se lo sono) i responsabili politici e morali della vittoria di Salera? Ricordiamolo: fu la Lega, allora capeggiata allegramente addirittura a livello provinciale dall’ex vicesindaco Carmelo Palombo, a condurre una lunga guerra di logoramento che alla fine provocò il collasso dell’amministrazione comunale. Appoggiato a suo tempo dal fido Valente (non Gianni, ma Lello), Palombo divenne famoso, in quel periodo, per l’acuto argomentare nelle dichiarazioni e nelle interviste. Tormentone di quello scorcio del 2018 e 2019 divennero le sue frasi inestricabili in politichese stretto, concluse dall’immancabile: «E… ho detto tutto».
La maggioranza sfiduciò se stessa
Si dice che in una circostanza, preso l’impegno a parlare con l’allora sindaco, abbia detto per l’ennesima volta: «La questione come vi ho detto la sistemo io. Modestamente vado a parlare al sindaco, due parole che… ah… ehm… E ho detto tutto“. Al che lo stesso Lello pare che si sia lasciato andare a qualcosa del genere: «Ma che ho detto tutto? Ma che dici, tu, con ‘sto ‘ho detto tutto’, che non dici mai niente? Cosa credi, metti a posto là, con due parole? Ma che ti sei messo in testa?». Il finale del racconto, tristissimo per il centrodestra, è noto: le due parole, infatti, non servirono, e la maggioranza sfiduciò se stessa. Incominciò un lungo peregrinare sotto traccia dei due. In un primo momento, aderirono da esterni al “Movimento delle Caravelle perdute”, senza grande successo, né elettorale, né politico.
Il ritorno di fiamma
Poi, un lungo silenzio, interrotto ogni tanto da un «Ho detto tutto» ripetuto in qualche nostalgica intervista, preferibilmente contro il rivale di sempre, il titolare della “Fattoria ‘Mezzacapa“. Pardon, contro il loro ex coordinatore regionale. Una appassionante telenovela, dal titolo significativo “Chi ha cacciato il vecchio sindaco?”, per la regia di… boh, non si sa. Poi, in piena epoca Covid19, il colpo di scena. No, non il classico coniglio dal cilindro, ma il riavvicinamento a Forza Italia. Il richiamo della foresta e della madrepatria è sempre massiccio, come sa bene Zanna Bianca, ed ecco i due a colloquio con Rossella Chiusaroli e con il sindaco Salera.
Fratelli…per davvero
Il ritorno di fiamma in realtà sembra essere stato di breve durata; però gli ultimi avvistamenti dei fratelli Caponi (che sono loro) sarebbero avvenuti nei pressi della Fiamma vera, quella tricolore di Fratelli D’Italia. Pare che il duo si sia recato direttamente a Frosinone (se in treno o in automobile non si sa). Sbarcati nei pressi di piazzale Europa, avrebbero atteso pazientemente l’arrivo dell’on. Alfredo Pallone, ipotizzando giustamente: «Sai che facciamo? Questa è la piazza principale: sediamoci qui, quello qua passa». Per sicurezza, avrebbero anche chiesto una conferma a un passante. Forse un senatore, in puro dialetto ciociaro con sfumatura frusinate: «Noio… volevon…volevam savoir… noio volevan savuar l’indiriss, ia? Dunque: noi vogliamo sapere: per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare. Sa, è una semplice informazione…».
Lo scopo del viaggio
Resta oscuro (ma non troppo) lo scopo del viaggio. Si vocifera infatti che i due siano in cerca di una nuova casa (politica), essendo rimasti politicamente orfani. Fallito il rientro alla casa madre originale di Forza Italia, e poiché contro di loro la Lega ha scavato fossi e trincee che manco durante la Prima Guerra Mondiale, i fratelli Caponi (che sono sempre loro) starebbero cercando di scaldarsi al calduccio della Fiamma, in evidente ascesa. Il punto è che a Cassino vorrebbero guidare proprio loro, i fratelli Caponi, il trattore. Ma si può affidare “l’apparato meccanico movimentale” di FdI a chi ha, senza strategia alcuna, consegnato la città alla sinistra saleriana?
Punto. Anzi: due punti! E punt’e virgola, va’. Abbondiamo!