Sono le 16.30 quando nella Concattedrale di Cassino in piazza Corte iniziano a giungere i primi fedeli che vogliono partecipare al rito delle esequie di Don Gabbi, morto per un grave male che lo ha fortemente debilitato dal periodo del lockdown fino a farlo spegnere mercoledi 19 alle ore 05 nell’ospedale di Santa Maria Goretti di Latina.
La giornata è stata calda e si iniziano a veder sventolare i primi ventagli, compagni inseparabili delle messe estive. Alla spicciolata arrivano anche i sacerdoti di tutta la diocesi e si accomodano su delle sedie distanziate poste attorno al punto in cui sarà posizionato il feretro di Don Gabbi.
Alle 16.45 giunge Sua Eccellenza il Vescovo Gerardo Antonazzo, che in qualità di pastore di questa nostra diocesi, celebrerà la funzione. Il volto è pacifico nell’accennare saluti di rito commisurati alla circostanza ben diversa da quella della festività della Madonna Assunta conclusasi pochi giorni fa; si reca quindi in sacrestia.
Da pochi minuti è terminato nella chiesa di Sant’Antonio il Santo Rosario che ha permesso ai fedeli di raccogliersi in preghiera, la salma quindi raggiunge la concattedrale e viene posizionata a terra, con sobrietà. Su di essa vengono posizionati una foto di Don Gabbi, un messale e una stola.
Inizia la Solenne Celebrazione; in corteo il Vescovo ed i concelebranti giungono sull’altare e danno inizio alla funzione. L’omelia del Vescovo affronta il tema della morte e della resurrezione, descrive i momenti, gli ultimi passati insieme a Don Gabbi, descrivendone l’animo: “Avendo la certezza dell’assoluta fedeltà di Dio, ogni credente affronta senza disperazione la prospettiva ineluttabile della sua morte naturale. Così l’ha affrontata don Gabbi, soprattutto dal momento in cui è diventato consapevole della condizione irreversibile del suo stato di malattia” e continua “Abbiamo pregato insieme poche sere fa, per poi impartirgli l’assoluzione sacramentale. Quando ci siamo salutati, sapevamo che si trattava ormai di un addio, ma ci consolava il suo sereno stato di abbandono al morire, la profonda fede dei familiari presenti, in particolare l’amore struggente della madre che sin dalla prima notizia della malattia del figlio sacerdote si è messa in stato penitenziale di digiuno, assumendo solo pane e acqua”. Molto toccante la preghiera finale:
“Il nostro amico si è addormentato.
Signore, accoglilo con te, nel tuo Regno;
Signore, donagli la gioia di contemplare il tuo volto;
Signore, ammettilo alla gloria della tua lode;
Signore compi per lui la tua promessa:
donagli la risurrezione e la vita.
Signore, vieni a svegliarlo!
Maranatha! Amen.”
La messa si conclude con il rito dell’aspersione e con la benedizione all’assemblea, successivamente la salma verrà portata al cimitero di Cassino per essere inumata secondo le volontà di Don Gabbi.