Assolto l’ex Sindaco Ennio Marrocco, difeso dall’avv. Massimo Di Sotto.
Con la sentenza n. 301 del 22.07.2020, infatti, la Corte dei Conti del lazio ha assolto il già primo cittadino dall’accusa di aver procurato danno erariale al Comune pari a €. 43.240,21. per effetto della sentenza n. 312/2016 con cui il Comune è stato condannato dal Tribunale di Cassino al risarcimento del danno a favore degli eredi di un dipendente dell’Ente stesso. Deceduto nel corso della causa civile, a causa della revoca di posizione e demansionamento.
L’accusa
Secondo l’accusa il convenuto, così come ritenuto dal giudice del lavoro, aveva illegittimamente revocato al dipendente la qualifica di responsabile del Servizio Tecnico Lavori Pubblici con il decreto n. 15/2008. Il danno è stato quantificato in € 43.240,21. € 4.065,72 per indennità di posizione, € 37.380,49 per demansionamento, € 1.794,00 per spese di lite.
Ennio Marrocco, difeso dall’avv. Massimo Di Sotto, ha evidenziato che la sentenza del Giudice civile non ha valore di Giudicato innanzi alla Corte dei conti e che la procura contabile si era adeguata sulla stessa senza svolgere un’autonoma valutazione della vicenda.
Sulla scorta di tale premessa l’avv Di Sotto ha negato che vi fosse stato pregiudizio da perdita di posizione. Dato che la stessa era stata abolita del tutto e negava del tutto il demansionamento. Concludendo che la sentenza del Giudice del lavoro doveva essere appellata
La condivisione della difesa
La Corte dei Conti ha condiviso in toto la difesa di Ennio Marrocco ed escluso che egli avesse procurato demansionamento. Aassolvendo lo stesso da ogni addebito e riconoscendogli le spese legali.
L’avv. Massimo Di Sotto ha evdienziato la rilevanza del fatto che decisione ha avuto l’attenzione di non farsi condizionare dalla pronuncia del Giudice del lavoro, che non fa stato nei giudizio contabile, esaminando direttamente e in modo corretto le prove raccolte in quel giudizio e traendone le giuste conseguenze
Ennio Marrocco ha espresso tutta la sua soddisfazione verso la pronuncia che ha fatto giustizia di esposti ingiusti dallo stesso subiti e sulla base dei quali la procura gli ha mosso l’accusa.