CASSINO/MINTURNO – Devono rimanere in carcere tre dei quattro autori della violenta aggressione compiuta nella tarda serata del 17 dicembre ai danni di Bruno Pinchera, l’uomo di Cassino che per un presunto debito di droga era stato travolto da calci e pugni e da suppellettili di vetro per essere poi accoltellato alla schiena. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera accogliendo la specifica richiesta del sostituto procuratore Beatrice Siravo.
Il Gip ha condiviso le risultanze investigative dei Carabinieri della Compagnia della città martire per Alessio Alfredo Di Silvio, di 21 anni, di Cassino, di Mario Cappabianca, di 35 anni di Scauri, di Francesca Di Silvio, di 22 anni, anche lei di Scauri, e di Noemi Del Nobile, di 20 anni di Castelforte, tutti indagati per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e di porto abusivo di arma bianca.
Se i tre uomini – difesi dagli avvocati Massimo Signore e Gianmarco Conca – devono rimanere in carcere, il Gip ha disposto i domiciliari invece per Francesca Di Silvio (assistita dall’avvocato Mariano Giuliano) per il fatto di essere madre di un bambino di due anni. Nel corso degli interrogatori di convalida ciascuno dei quattro indagati ha ridimensionato le accuse mosse nei loro riguardi escludendo soprattutto il dolo per uccidere Pinchera.
Nella richiesta di applicazione della misura cautelare il sostituto procuratore Siravo afferma invece, il contrario: l’aggressione – Alessio Di Silvio nella colluttazione si era procurato un taglio all’indice della mano sinistra – aveva l’obiettivo di punire Pinchera per il mancato pagamento di una partita di stupefacenti.
Saverio Forte
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