E’ andato in scena ieri il penultimo Consiglio Comunale del 2024. Un consiglio che ha dovuto affrontare 18 punti, poche le interrogazioni rispetto al consueto, solo 4. A rispondere ai consiglieri di opposizione gli assessori di riferimento. Evangelista prende subito la parola per riportare l’attenzione sulla questione della mensa scolastica, ancora problemi e criticità, ancora dubbi sui mezzi utilizzati per trasportare i pasti e indignazione per il trattamento ricevuto dalle famiglie, dagli addetti ai lavori, ma soprattutto dai bambini.
L’aria si è scaldata quando si è passati a parlare dei debiti fuori bilancio, somme da riconoscere. In particolare fuoco incrociato riguardo un debito che da 47.000 euro è passato a 139.000 circa. Evangelista e Sebastianelli fanno i conti, dai banchi si levano anche le voci di Petrarcone e di Incagnoli. Il sindaco prende la parola e va in scena il solito scambio. Quello che vede il sindaco riferire che i debiti fuori bilancio arrivano dal dissesto, da debiti delle passate amministrazioni, quelle di cui facevano parte Evangelista e Sebastianelli, ad esempio. E Sebastianelli controbatte che i debiti fuori bilancio in passato venivano inseriti, quantificati anche in milioni di euro. Ma Salera insiste, si scalda, parla di legalità. Di Rollo invita il segretario a spiegare l’iter con il quale si è arrivati alla cifra in questione, Sebastianelli non accetta di buon grado la spiegazione del tecnico, ma si siede per ascoltare.
Il sindaco continua ad attribuire questi riconoscimenti a una gestione poco assennata delle amministrazioni passate, dall’opposizione i consiglieri sottolineano come lo stesso Salera sia stato assessore al Bilancio fin dal 2011. E Salera alza i toni “Se ci sono accuse personali invito il consigliere Evangelista a recarsi in Comune. Le insinuazioni personali non le consento”. Ma lo stesso primo cittadino fa riferimento a vicende personali di alcuni presenti. Clima teso. Tesissimo.
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Sebastianelli propone di ritirare il punto, si passa a votazione. Con due voti contrari – Evangelista e Sebastianelli-, 5 astenuti – Buongiovanni, Incagnoli, Di Mambro, Noury, Chiusaroli – e 15 favorevoli i lavori vanno avanti.
Le urla invadono l’aula durante un intervento di Evangelista e il presidente dell’aula sospende i lavori. Leggi Caos in Consiglio Comunale, lavori sospesi – Cassino Notizie
I lavori sono andati avanti, senza ulteriori intoppi. A lungo. Due le mozioni sulla Tav presentate da Incagnoli, Sebastianelli ed Evangelista, alla quale se ne è aggiunta una terza presentata a inizio Consiglio dal consigliere Fardelli. SI è deciso di unire i tre testi e di sintetizzare tutto in un documento nel quale i consiglieri tutti chiedono impegno da parte del sindaco di convocare la consulta dei sindaci del Lazio Meridionale per valutare la fattibilità e la possibilità di realizzare progetti di realizzazione della fermata Tav.
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Sulla mozione presentata da Sebastianelli, Evangelista e Incagnoli per la Pasquetta Epifania patrimonio immateriale della città alcuni dubbi vengono sollevati dai consiglieri Buongiovanni e Petrarcone che chiedono di valutarne la volontà dei membri dell’associazione di condividere questo “indirizzo”, questo perché diventando patrimonio immateriale potrebbero esserci dei cambiamenti o dei legami che potrebbero “limitare” la libertà di azione dell’associazione stessa. Si è deciso quindi di rivedere la formula , eguagliandola all’iter utilizzato in passato quando la Banda Don Bosco divenne la Banda della Città di Cassino.
In conclusione sono stati eletti i membri della Commissione Grandi Opere e Infrastrutture, composta da due membri della minoranza e tre della maggioranza. In Commissione entrano Noury e Petrarcone per l’opposizione e Fardelli, Fausto Salera e Grieco per la maggioranza. Sull’opportunità di creare questa commissione mostra seri dubbi Sebastianelli, per lui una spesa in più per l’Ente non necessario.
Ben oltre l’orario di cena si chiudono i lavori dell’aula, ancora un appuntamento è previsto prima della fine dell’anno. Ore di lavori tra urla, recriminazioni, toni fin troppo alti.