Silvio Berlusconi è morto questa mattina all’ospedale San Raffaele di Milano. Il leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni.
E’ stato quattro volte presidente del Consiglio e uno degli imprenditori più famosi e di successo in Italia.
L’inizio
Silvio Berlusconi nasce il 29 settembre 1936 a Milano. Laureato in Giurisprudenza, inizia la sua professione d’imprenditore nel settore dell’edilizia. Dal 1969 al 1979 si occupa del progetto e della costruzione di “Milano 2”, la città satellite alle porte del capoluogo lombardo, cui segue la realizzazione di “Milano 3” e del centro commerciale “Il Girasole”. Nel 1980 si dedica alla produzione televisiva.
I successi televisivi
Trasforma la tv via cavo di Milano 2 in una televisione nazionale: nascono Canale 5, prima rete televisiva nazionale alternativa alla RAI e Publitalia, la relativa concessionaria di pubblicità. Queste attività fanno capo all’holding Fininvest, fondata nel 1978. Il successo ottenuto con Canale 5 lo spinge anche ad acquistare le reti televisive Italia Uno (da Rusconi nel 1982) e Retequattro (da Mondadori nel 1984) che trasforma in un network nazionale.
Nel 1985 divorzia da Carla Dall’Oglio ed ufficializza il legame con Veronica Lario (al secolo Miriam Bartolini), attrice, che sposerà poi nel 1990 e da cui avrà tre figli. Sempre nell’anno 1985 un pretore ordina l’oscuramento delle sue tv: il meccanismo ideato da Berlusconi per avere una programmazione nazionale – la cosiddetta interconnessione per cassettazione ovvero l’invio dei programmi tramite videocassette trasmesse negli stessi orari da emittenti locali – viene giudicato fuori legge.
Il rapporto con Craxi
In suo aiuto interviene Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio, che con due decreti autorizza di fatto le trasmissioni televisive private a diffusione nazionale; la nuova normativa implicitamente rafforza il duopolio RAI-Fininvest. Sempre nello stesso periodo Berlusconi diventa proprietario del settimanale Sorrisi e Canzoni TV.
Il glorioso Milan
Dal 1986 è Presidente della squadra di calcio Milan A.C., che sotto la sua gestione conoscerà periodi d’oro (lo storico ciclo di Arrigo Sacchi, ma anche prestigiosi successi con Fabio Capello e Carlo Ancelotti) ottenendo molti titoli sia a livello nazionale che internazionale. Nel 1989 comincia la cosiddetta “guerra di Segrate” che vede Berlusconi da una parte e Carlo De Benedetti, Caracciolo e Scalfari dall’altra. Alla fine il gruppo Mondadori viene diviso: il settore della produzione dei libri e il settimanale Panorama passano a Berlusconi, mentre l’Espresso e altri giornali locali vanno a De Benedetti – Caracciolo.
Intanto con la legge Mammì sull’editoria e la TV (1990) Berlusconi è costretto a cedere Il Giornale (fondato e diretto per qualche anno da Indro Montanelli) di cui era proprietario dagli anni ’70. Lo affida al fratello Paolo Berlusconi. Nello stesso periodo in cui cresce sotto il profilo editoriale, il gruppo Fininvest sviluppa una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita dei prodotti finanziari con le società Mediolanum e Programma Italia.
La discesa in campo
Tutto questo fa sì che all’inizio degli anni ’90 la Fininvest diventi il secondo gruppo privato italiano con oltre 40 mila dipendenti. All’inizio degli anni ’90 crolla il sistema tradizionale dei partiti. Alle elezioni per la carica di sindaco di Roma nel novembre 1993 Berlusconi dichiara – tra lo stupore generale – che voterà per il partito di Gianfranco Fini. Lo “sdoganamento” dei voti della destra missina è il primo passo per la costruzione del Polo delle libertà.
Nel gennaio 1994 Silvio Berlusconi annuncia il suo ingresso in politica: si dimette da tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest e fonda Forza Italia, partito che dal nulla in soli tre mesi arriverà a superare il 20 per cento dei consensi alle elezioni politiche; alleato con il partito Alleanza nazionale di Gianfranco Fini, la Lega Nord di Umberto Bossi e il Ccd di Pierferdinando Casini e Clemente Mastella.
Il primo governo Berlusconi
Il governo nasce tra mille polemiche. Anche dall’Europa non mancano critiche. Il Polo va avanti, ma a luglio arriva il primo stop: tenta di far approvare un decreto per uscire da Tangentopoli, entra in rotta con il Pool di Mani pulite (Antonio Di Pietro è ormai uno dei personaggi-simbolo nazionali del rinnovamento del mondo politico) ed è costretto alla retromarcia. Lo stesso avviene per la riforma delle pensioni disegnata dal ministro del Tesoro Lamberto Dini (che poi si allontanerà dal Polo passando allo schieramento dell’Ulivo). Manifestazioni di piazza e opposizione del sindacato inducono a non trattare la materia nella legge Finanziaria.
Il primo avviso di garanzia
Ma il colpo finale lo subisce a Napoli: mentre Berlusconi presiede la Conferenza mondiale contro la criminalità organizzata il Cavaliere riceve un avviso di garanzia per corruzione dal Pool di Milano. È uno schiaffo in diretta che fa gridare al complotto dei magistrati. Tempi e modi dell’iniziativa non convincono neanche i suoi tradizionali oppositori: Berlusconi in seguito verrà prosciolto dalle accuse, ma il danno di immagine sarà enorme.
La sfiducia della Lega
Approvata la Finanziaria nel dicembre del 1994 la Lega toglie la fiducia al governo. Dopo otto mesi Berlusconi è costretto a dimettersi da presidente del Consiglio dei ministri. Alle politiche del 1996 Forza Italia si presenta senza l’appoggio leghista: il vincitore è Romano Prodi, leader dell’Ulivo. Berlusconi guida l’opposizione e partecipa ai lavori della commissione Bicamerale per le Riforme presieduta da Massimo D’Alema che tenterà – senza riuscirci – di compiere quelle riforme istituzionali e costituzionali tanto necessarie al Paese.
Alle elezioni europee del 1999 Forza Italia sfiora il 30 per cento dei voti vincendo anche le Regionali: le conseguenze di questo successo vedranno Massimo D’Alema dimettersi dalla carica di premier. In campo europero Forza Italia aderisce al Ppe: Silvio Berlusconi diventa uno degli esponenti di punta.
Il secondo governo Berlusconi
Alle elezioni politiche del 2001 Berlusconi recupera il rapporto con la Lega di Umberto Bossi, apre ai repubblicani e consolida il rapporto con Gianfranco Fini. Il risultato è positivo: la Casa delle libertà vince con il 45,4 per cento alla Camera e il 42,5 al Senato. In termini di seggi significa 368 seggi alla Camera (la maggioranza è di 315) e di 177 al Senato (la maggioranza è di 158).
Berlusconi sale alla Presidenza del Consiglio e Forza Italia diventa il primo partito italiano con il 29,4 per cento dei voti.Il secondo Governo Berlusconi è il più longevo della storia della Repubblica Italiana quando si arriva alle elezioni europee del 2004. Fatte le debite somme dei risultati delle singole forze politiche, per Forza Italia i risultati non sono confortanti ma anche lo schieramento dell’Ulivo sebbene la sola lista Uniti nell’Ulivo raccolga oltre il 31% dei voti, non raggiungerà l’obiettivo sperato.
Le elezioni del 2006
In questi anni di dedizione alla politica, lascia la guida delle sue aziende ai figli Marina Berlusconi (Mondadori) e Pier Silvio Berlusconi (Mediaset).
Nell’aprile del 2005, successivamente ai negativi risultati ottenuti dalla Casa delle Liberta con le elezioni regionali, Berlusconi ha sciolto l’esecutivo presentando una nuova compagine di ministri.
Nasce il Popolo della Libertà
Le successive elezioni politiche (aprile 2006) hanno diviso in due gli elettori italiani che hanno comunque decretato la vittoria del centro-sinistra. Il governo Prodi resta in carica per soli due anni. Alle elezioni politiche del 2008 Berlusconi si presenta come leader della formazione del PdL (Popolo della Libertà), che unisce Forza Italia e Alleanza Nazionale, assieme a gruppi minori di orientamento democristiano e liberale. Il risultato delle elezioni decreta il PdL come primo partito italiano: nel maggio del 2008 prende il via il IV governo Berlusconi. Con il congresso del 29 marzo 2009, a Roma, viene poi sancita la nascita ufficiale del PdL.
I libri
Ha pubblicato alcuni volumi di discorsi che raccolgono il suo pensiero politico, tra cui ricordiamo “L’Italia che ho in mente” (2000), “Discorsi per la democrazia” (2001), “La forza di un sogno” (2004). Le capacità imprenditoriali di Berlusconi sono indubbie, come anche le sue doti diplomatiche grazie alle quali, come hanno avuto modo di riconoscere anche i suoi antagonisti politici, l’Italia ha spesso ottenuto meritato risalto d’immagine a livello internazionale.
Di fatto, con la sua discesa in campo Berlusconi si è assunto una grande responsabilità di fronte a tutti gli italiani, e analizzando la storia contemporanea del Paese, nel bene e nel male, Berlusconi è stato uno degli autori che ne ha scritto le pagine più importanti.Dopo un ingente numero di processi a suo carico, nel 2013 viene condannato (dopo tre gradi di giudizio). Alle sue spalle conta 4 incarichi come Presidente del Consiglio del Ministri, Ministro degli esteri, della salute e delle finanze.
La decadenza
Alle sua spalle lascia anche la trasformazione del suo partito da Forza Italia a Popolo della Libertà, e il nuovo ritorno a Forza Italia (2013). Il Parlamento alla fine del mese di novembre dello stesso anno si pronuncia a favore della sua decadenza da senatore. Berlusconi dovrà pertanto scontare la pena: la sua presenza sulla scena politica, nonostante non sia più eleggibile, continuerà ad essere importante.
La storia dell’ultimo secolo
Un uomo che ha letteralmente accompagnato e segnato la storia dell’ultimo secolo, dalla televisione, alla radio, all carta stampata. Passando nei palazzi di potere e nei palazzi di giustizia. Facendo scandalo e creando dibattito, senza mai perdere quel sorriso beffardo e quel suo modo di fare che lo ha sempre contraddistinto, ne bene e nel male. Addio cavaliere.