Una simpatica nonnina di 83 anni è rimasta “incastrata” nella burocrazia sanitaria. L’anziana, dopo aver atteso diversi mesi per la sua visita diabetologica, si è recata al poliambulatorio in via De Bosis. E’ stata mandata prima al secondo piano, poi a piano terra, poi di nuovo al primo e alla fine è ritornata al piano terra dove effettivamente avrebbe dovuto sottoporsi alla visita. Tutto questo facendo su e giù per le scale, poiché la donna ha problemi a prendere l’ascensore. Dopo aver atteso è riuscita a concludere la visita ed è stata riportata a casa dai familiari. Solo allora la nonnina si è resa conto che il piano terapeutico che le era stato consegnato era quello di un altro paziente, un uomo. La donna è andata nel caos, si è fortemente agitata e ha chiesto aiuto alla famiglia per risolvere quanto prima il problema e ottenere i presidi sanitari necessari.
Il figlio è dovuto così tornare in ambulatorio dove, dopo un’ulteriore attesa, e diverse persone a cui spiegare l’accaduto, è riuscito in tarda mattinata ad ottenere il piano terapeutico giusto. “Se mia madre fosse stata sola, o se si fosse dovuta affidare ad altri, molto probabilmente non avrebbe ottenuto risposte in tempi brevi. E’ necessario fare sicuramente più attenzione con i pazienti di una certa età che già “combattono” con liste d’attesa lunghissime”. Ha evidenziato il figlio.
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