Sanità, Di Mambro scrive a Giorgia Meloni

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Carmine Di Mambro lancia un appello al Presidente del Consiglio.

“Pregiatissimo Presidente Giorgia Meloni, mi chiamo Carmine Di Mambro e sono un malato oncologico che oramai da anni combatte contro il ‘mostro’. Mi batto per i diritti sacrosanti di tutti coloro che hanno la sfortuna di essere colpiti dalla malattia del secolo.
Il dramma che quotidianamente vive una persona colpita da cancro lo si può racchiudere in una sola parola: infinito.
Infinito perché a combattere non sono solo le vittime ma anche tutti coloro che circondano i malati. Familiari, genitori, mogli, mariti, compagni e figli. Una lotta quotidiana, dura, per cercare di arrestare una marcia a volte rapida e spietata. Una lotta quasi sempre impari.
Le scrivo questa lettera non per raccontarne il forte dolore di chi vive una simile malattia, ma per chiederLe di poter dar voce a chi questa malattia la subisce anche sotto l’aspetto lavorativo. E’ necessario prolungare il periodo di comporto di malattia per coloro che vengono colpiti dal cancro. È necessario cambiare alcuni aspetti della Legislatura a favore di chi non può permettersi di lasciare il posto di lavoro perché rischia di essere licenziato. Ci sono donne e uomini, anche in età avanzata, che nonostante siano sotto effetto di chemioterapia sono costretti a lavorare per sopravvivere, con effetti devastanti per la salute.
In tutti questi anni ho incontrato tante persone che sono state costrette a 0 ore (cioè senza stipendio), in altri casi i malati oncologici sono stati licenziati perché avevano superato il periodo di comporto malattia in un anno.
Tutto questo non è giusto. Tutto questo va assolutamente cambiato.
Così come necessitano di tutela governativa quei genitori che affrontano la malattia di anime pure: i bambini colpiti dal cancro. Come si può lasciare un figlio già di per sé provato e terrorizzato, per continuare a lavorare? Anche questo aspetto deve essere rivisto. Le mamme e i papà dei bambini oncologici devono avere una corsia preferenziale e una maggiore tutela. In molti casi, anzi moltissimi casi, le battaglie si concludono nel peggiore dei modi ma proprio per questo è necessario che queste persone restino accanto ai loro piccoli tutto il tempo necessario e dovuto, sia per le cure che peraltro.
Pregiatissimo Presidente sono certo che Ella saprà fare buon uso di queste parole. Aspetto un riscontro e Le auguro un percorso di vita, e professionale, costellato di successi e di traguardi che renderanno ancor più forte la nostra bella Italia”.

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