L’esame istologico, è un test di laboratorio fondamentale in particolare per la diagnosi di tumore (maligno o benigno) perché si effettua al microscopio su campioni di tessuti organici che presentano una qualche forma di anomalia. Esso è in grado di fornire – attraverso l’attenta visione al microscopio di frammenti di tessuto umano di qualunque organo – la “prova” regina che serve al medico per completare una diagnosi.
Attraverso l’esame istologico di una piccola porzione di tessuto prelevata solitamente tramite biopsia potremo confermare un “sospetto”. A seguito di un esame strumentale (come una TAC, per esempio), nonché identificare esattamente il tipo di neoplasia e il suo grado di invasività e di differenziazione.
Tutte informazioni indispensabili che permettono al medico di capire quale sia la strategia terapeutica migliore.
Scopriamo allora cosa accade in laboratorio quando arriva un campione biologico da analizzare.
La tecnica
Cosa succede in laboratorio? Una volta prelevato il campione tramite biopsia bisognerà prepararlo per l’esame al microscopio, e questo avviene attraverso 5 fasi:
- Fissazione
- Disidratazione
- Inclusione
- Sezionamento
- Colorazione.
Fatte queste procedure, il medico patologo procederà allo studio al microscopio e, una volta terminato, alla stesura del referto.
Estemporaneo
Un caso particolare è quello costituito dall’esame istologico estemporaneo. Questa analisi viene eseguita sul campione durante l’intervento chirurgico (esame istologico intraoperatorio) per averne un referto immediato, al fine di orientare in sede di intervento chirurgico la corretta strategia terapeutica.
Si tratta di un test rapido che non ha la stessa attendibilità di quello standard, eseguito con le tecniche e tempi ben più lunghi, e per tale motivo può portare con maggior frequenza a falsi negativi o falsi positivi, ma chi opera tiene sempre conto di queste criticità e non si ferma ad una valutazione preliminare.
Cosa troviamo nel referto
Sebbene non tutti i referti siano uguali, poiché dipende dal tipo di campione analizzato, ognuno di essi contiene solitamente le seguenti informazioni:
- Come i tessuti analizzati appaiono al microscopio, ovvero una descrizione dei loro principali aspetti;
- Caratteristiche cromatiche specifiche in base alle colorazioni a cui i tessuti vengono sottoposti;
- Tecniche molecolari usate;
- La possibile diagnosi;
- Eventuali annotazioni finali del medico patologo.
Come si legge il referto?
La lettura e interpretazione di un referto istologico non è semplice, non si tratta di trovare un esito “positivo” o “negativo”.
Tale documento viene redatto in “medichese”. Con l’utilizzo di una terminologia specialistica che può essere compresa solo da un “addetto ai lavori” o da chi abbia dimestichezza con il linguaggio medico-scientifico.
Ma questo non è un problema: per la lettura del referto, infatti, ci dobbiamo affidare proprio al medico specialista, ad esempio l’oncologo, che in base alle informazioni contenute potrà orientarsi sulla corretta strategia terapeutica.
Evitiamo quindi di cercare di interpretare da soli l’esito del referto istologico con il solo ausilio del vocabolario, o (peggio) di internet, rischieremmo seriamente di commettere errori sia in senso negativo che positivo…
Alberto Di Ruzza
Medico – Team Divulgazione Associazione MelanomaDay
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