Cassino cara: attentato. Si tratta di attentato!

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Nessuno ha condannato nessuno. Ma sembra veramente che il metaverso ormai abbia preso il sopravvento su tutti e su tutto. Il Sindaco di Cassino, Enzo Salera, è indagato dalla Procura della città martire per corruzione. Per quanto possa far scalpore la notizia, questa non implica una colpevolezza a priori. La magistratura ci dirà che cosa ha fatto o non fatto il primo cittadino e quello che riterrà opportuno per il suo caso. Fatto sta, però, che le inesattezze, le ricostruzioni architettate ad hoc che tra l’altro stanno in piedi con lo sputo e le morali di alcune testate giornalistiche, lasciano veramente l’amaro in bocca. C’è qualcuno che ha parlato addirittura di attacco mediatico. E la prima cosa che c’è venuta in mente è stata la parodia di Emilio Fede del comico Beppe Braida, nei simpaticissimi sketch della rassegna Tg. Insomma quelli di “Buona sera dal TG4, attentato! Si tratta di attentato”. Si, all’intelligenza dei cittadini.

Sereno ma non troppo. Come giusto che sia

Poi c’è stato chi ha osannato il savoir faire del Sindaco Salera nel post di Facebook in cui annunciava di essere oggetto di un’indagine della magistratura. Anche qui una ricostruzione molto fantasiosa da parte di qualche “cronista” del potere. Pur essendo convinti che il primo cittadino saprà sicuramente provare la sua estraneità ai fatti, visto il tenore del capo di imputazione, non possiamo assecondare chi vuole propinare una morale e, soprattutto, nei suoi “racconti” usa due pesi e due misure. La verità è che il sindaco non ha annunciato nulla. Ha soltanto confermato una notizia che era uscita su alcune testate giornalistiche tre ore prima e di cui la città, gli addetti ai lavori, il “Palazzo”, discutevano sottovoce all’ombra di Montecassino ormai dall’inizio di maggio. Se era così sereno come qualcuno lascia intendere perché non ha impartito prima la sua benedizione “urbi et orbi”? Perché ha aspettato che Tunews24 pubblicasse lo scoop che lo riguardava?

Il Pool Social Puliti

Tornando al post. Tutto faceva trasparire, tranne serenità. Ma come giusto che sia. Testo scarno, assenza di punteggiatura, rimaneggiato almeno un paio di volte come si evince dalla “cronologia”. Come direbbe qualcuno, “vomitato” in tre minuti. Insomma, nei momenti di difficoltà degli ultimi anni aveva sempre saputo fare meglio. Il buono e bravo Salera. Poi c’è la presenza del classico anatema verso chi, senza condannare, ha solo messo in rete la sua attuale situazione. Magari un pò scomoda. Ma niente di più. Per non parlare del “Pool Social Puliti” che avrà il compito di querelare chiunque possa dire una parola fuori posto e ledere la pubblica maestà. Una “tintura di odio” che ormai è un marchio di fabbrica. Come del resto qualcuno ha ricordato sui social.

Non per difendere qualcuno, ma sicuramente per rammentare a qualcun’altro che interpreta a proprio piacimento il segreto istruttorio, vale ricordare che la giurisprudenza ha escluso la responsabilità penale del giornalista per la mera pubblicazione di notizie coperte da segreto. Se ricevute senza un suo concorso attivo alla violazione. Giusto per tranquillizzare, scrivere che un sindaco è indagato non è, di per sé, una violazione del segreto istruttorio. Questo perché il segreto investigativo si applica agli atti di indagine e non alla notizia di una persona che è sottoposta a indagine. ll segreto investigativo ha lo scopo di proteggere le indagini e impedire che si possano pregiudicare con la pubblicazione di atti non ancora resi noti agli indagati. La divulgazione della notizia che una persona è sottoposta a indagine, invece, non rientra nella sfera degli atti coperti dal segreto. Pour parler.

E che la pace sia con voi

Detto questo, come in tutti gli altri casi che si sono registrati in passato in città, dove amministratori, politici, professionisti, volti noti e meno noti sono stati oggetto di indagini, sarà la magistratura ad agire. La legge. Quella scritta e non quella social o da bar. Non quella dei “devoti” e degli “amici di una vita”. Perché è giusto che sia così, che chi ne ha il ruolo agisca e chi, invece, ha legami o amicizia, magari riconoscenza- perché no!- possa condividere il suo pensiero senza pontificare emettendo assoluzioni o condanne prima ancora dei togati e degli eredi di San Pietro. Giudici e Papa sono stati già fatti, ora lasciamoli lavorare. Che la Pace sia con voi!

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