Cassino e la “grande guerra” della TikToker

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A Cassino la battaglia politica del momento non riguarda piani urbanistici o bilanci, ma una tiktoker e una festa della birra. L’annunciata presenza della celebre influencer partenopea Rita De Crescenzo all’inaugurazione di Cassino Birra 2025 ha fatto letteralmente “schiumare” di indignazione una parte della maggioranza di governo cittadino. La De Crescenzo – nota per una verve social sopra le righe e contenuti al limite del politicamente corretto – ha innescato un corto circuito nella maggioranza: diversi esponenti storcono il naso all’idea di associare il Comune a un personaggio controverso. 

Scelta inconcepibile?

Il primo a insorgere è Fernando Cardarelli, coordinatore della lista civica “Salera Sindaco” (maggioranza). «Scelta inconcepibile, di pessimo gusto. Eventi con il patrocinio del Comune dovrebbero prestare più attenzione a ciò che propongono» tuona Cardarelli. Le sue parole riflettono un coro di critiche sui social: in molti invocano la revoca del patrocinio in nome della moralità pubblica.

Il paradosso

Ecco il paradosso: mentre un pezzo di maggioranza (pare anche l’assessora alla Cultura Vacca) condanna l’evento, e chiede una riunione ad hoc, altri sostenitori della stessa coalizione sono direttamente coinvolti nell’organizzazione. Gli organizzatori dal canto loro ringraziano pubblicamente l’amministrazione – sindaco, presidente del Consiglio e l’assessore Capizzi – per il “continuo supporto”. Insomma, il patrocinio comunale c’è eccome (il logo del Municipio campeggia fiero sul materiale promozionale). 

Il risultato? Una guerra intestina combattuta a colpi di post invece che di delibere, dove l’arma finale non sono mozioni di sfiducia ma i follower su TikTok.

Provvedimenti etici

C’è chi invoca provvedimenti “etici” e chi invece invita a calmarsi: «Se iniziamo ad annullare eventi per motivi etici, metà dei patrocini comunali andrebbe rivista», commenta qualcuno sui social. Il vero spettacolo, dunque, lo stanno  dando il Sindaco Salera e la sua maggioranza. Ormai non più granitica, come si diceva una volta. Con una regia da teatro dell’assurdo, dove il vero protagonista non è la TikToker, ma l’ennesima occasione mancata per dimostrare che questa città sa guardare oltre le polemiche da social e le faide interne.

E intanto, Cassino resta lì, sospesa tra chi pensa che l’identità si salvi a colpi di censure e chi, più semplicemente, avrebbe voluto farsi una birra in pace.

Nel frattempo la gang saleriana appare sempre più disorientata: più occupata a litigare su un’influencer che a progettare una città moderna e funzionale. E per quest’estate, sembra proprio che la birra artigianale non sarà l’unica cosa amara da mandar giù. 

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