E’ stato accolto poco dopo le 12 nella chiesa di Sant’Antonio. Il feretro chiaro del giovane Charles Baffour morto sabato alle prime luci dell’alba a causa presumibilmente di un’emorragia. Il giovane era stato soccorso nella notte a seguito di una caduta dal monopattino avvenuta in viale Bonomi, poi l’arrivo al Pronto soccorso, le prime cure e il peggioramento repentino nelle successive ore. La corsa disperata in sala operatoria e la morte del giovane.
Per fare luce sulla morte del giovane, che si era laureato qualche anno fa e che tra qualche mese avrebbe bissato con una laurea magistrale presso l’Unicas, sono in corso indagini serrate e sono indagati sette sanitari. Ha perso la vita Charles e un’ondata di commozione fin dai primi momenti si è sollevata. Molte le opinioni, il territorio si è diviso. Tutti però condividono il dolore per la morte prematura del giovane studente del Ghana.
Alcune sere fa la fiaccolata che ha visto una vasta partecipazione. Oggi, prima di essere trasportato a Carpi dove vive la sua famiglia, dove il giovane sarà poi tumulato nel locale cimitero, il feretro è stato trasportato nella chiesa di Sant’Antonio per un momento di preghiera. Ad accogliere le spoglie del giovane qualche decina di persone, assenti molti di quelli che la scorsa sera hanno presenziato in bella mostra. Assenti giovani colleghi di studi e personale dell’Università che tanto hanno sottolineato l’impegno accademico del giovane. Assenti professionisti, volti noti e meno noti della città martire. Presenti alcuni amici e cassinati, chi fin dal primo momento si sono presi a cuore il tragico destino del giovane, presenti alcuni cittadini che hanno atteso per poter pregare per il ragazzo, un ragazzo che sarebbe potuto essere un figlio, un nipote.
Quello che rimane di questo tragico episodio di cronaca è il vuoto che un giovane lascia, un ragazzo come tanti. Spetterà a chi sta indagando ricostruire quanto accaduto, ricostruire i momenti, i fatti e stabilire responsabilità ed eventuali colpe. Resta anche l’amaro in bocca e il dolore per una morte che, forse, si sarebbe potuta evitare e per un giovane che aveva tanti sogni e obiettivi da raggiungere ma che non ha visto sorgere l’alba di un sabato mattina di inizio primavera.
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