Una giornata nera, l’ennesima, per il Santa Scolastica. Ieri mattina è spuntato un cartellone davanti al nosocomio cassinate: “Impossibile morire così per un errore, Santa Scolastica sei il terrore”. Ma l’ospedale è molto di più di un singolo caso e nella struttura lavora un esercito silenzioso che ogni giorno, con impegno, porta avanti il suo lavoro. Un esercito che durante il Covid non si è tirato indietro, volti e storie di professionisti che hanno salvato e salvano vite, che stringono mani e confortano.
Fabio Marino, medico della struttura e Dirigente cittadino di Fratelli d’Italia, non risparmia un’analisi a ciò che in questi giorni sta accadendo. “Cavalcare la tigre è un esercizio interessante, ma che rischia di diventare assai pericoloso. Questa mattina,(ieri ndr) fuori del “S. Scolastica”, mentre decine e decine di persone si dedicavano a cercare di alleviare i problemi di salute di tanti Cittadini, il solito, solenne imbecille, imbeccato da una facile caccia alle streghe armata da pochi irresponsabili altrettanto imbecilli, ha pensato bene di issare un cartello ingiurioso per l’Ospedale di Cassino e i suoi Operatori. C’è gente, in quell’ospedale, che si danna l’anima; che rinuncia a ferie e a uno stipendio più dignitoso che potrebbe ricevere in altri lidi; che la notte di Capodanno o il giorno di Pasquetta è in prima linea per garantire la sicurezza della salute e per assistere al meglio chi si ammala o ha un problema. 7 giorni su 7, 24 ore al giorno: festivi mai esclusi. Queste persone, che vantano un piccolo monumento ormai evidentemente dimenticato proprio davanti il “S. Scolastica”, si lamentano; si arrabbiano; si sfiduciano magari, ma tirano avanti e danno il meglio di sé e delle proprie competenze, nonostante centinaia di aggressioni annue, nonostante gli insulti. Sono le stesse persone che durante il COVID affrontavano il pericolo, anche se avevano a casa bambini, anziani, persone fragili; le stesse persone che hanno pagato durante la pandemia un tributo non indifferente. Sono uomini e donne di preparazione, cultura e competenza non indifferente. Ma sono, per l’appunto, uomini e donne. E come tali possono sbagliare e hanno diritto alla solidarietà e alla comprensione anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Ma come è inaccettabile giudicare Dio per il balbettio di certi suoi servi (ben lontani dalla Santa Perfezione a cui ogni Cristiano è chiamato), allo stesso modo è inaccettabile che un’intera classe professionale, quella della Sanità, venga additata al pubblico ludibrio e incitata a un odio quasi di classe (diciamolo a chiare lettere), per eventi di natura dolorosissima, ma eccezionale. Specialmente quando in corso c’è un’indagine, doverosa, della Magistratura. Ma come piangiamo la morte di un giovane (sui cui contorni è più che giusto fare luce), allo stesso modo dobbiamo dare la nostra solidarietà ai Professionisti: a tutti i Professionisti. Stiamo tornando alla legge di Lynch: condanniamo e impicchiamo prima ancora di una sentenza, una situazione che mi ricorda molto Martin Latsis, che esclamò durante la repressione in Ucraina: “Noi non facciamo la guerra ai singoli, noi sterminiamo la borghesia come classe”. Qualcuno si pone il problema dello stato d’animo dei Professionisti coinvolti? Qualcuno pensa veramente che siamo (Medici, Infermieri, Tecnici, OSS e Personale sanitario tutto della ASL di Frosinone) Operatori non della Salute con anni o decenni di esperienza e abnegazione, ma macellai sociali e sanitari? Noi siamo usi a obbedir tacendo. Tanta indignazione (non dolore, che è pienamente comprensibile e giustificabile: indignazione a priori) non l’ho mai colta davanti alle aggressioni violente e con gravi conseguenze di cui la stessa certa stampa farisea che oggi strepita cavalcando la tigre e stracciandosi le vesti (non tutta!) invece tace. Come tace quando un Professionista come me e come tanti altri riceve minacce furibonde da certa “Utenza” che cerca di colpirti con la paura degli affetti (mi capitò di assistere, anni fa, qualcuno che curai in misura adeguata, ma che, scontento dell’attesa, mi disse che avrebbe aspettato i miei figli sotto casa, per sgozzarli). Alle singole persone che si sono fatte trascinare dalla foga emotiva di un fatto che ci fa piangere, tutti, ricordo che la via dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni, e che la volpe è sempre in agguato per razziare il pollaio. Ciò detto, mi sento di garantire che il nostro è, più ancora di quello di tanti Operatori delle Religioni, un Servizio agli Ultimi e ai Deboli, e certe insinuazioni mi ripugnano profondamente. Per finire, stamattina la più bella attestazione è stata di un’Utente, che davanti alla alternativa di trasferire una sua congiunta in una Struttura convenzionata o di attendere un posto in Reparto, mi ha detto: “Dottore, io mi fido del Servizio pubblico. Aspetteremo”. Ecco: forse vale ancora la pena lavorare per la gente, se c’è ancora gente così”.
Clicca qui per leggere ulteriori notizie