Un centro studi su Tommaso Landolfi: un’opportunità per l’Unicas

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Dotare l’università di Cassino e del Lazio meridionale di un Centro studi sul grande scrittore Tommaso Landolfi, che sia punto di riferimento di ricercatori,  intellettuali nazionali ed internazionali,  del mondo della critica landolfiana in genere e che promuova attività  divulgative sul territorio;  fare  di Pico, città natale dello scrittore un polo di attrazione culturale e turistico, misurarsi con i parchi letterari di altre città che hanno dato i natali a grandi scrittori e poeti, sono le richieste emerse durante la seconda edizione delle giornate di studi su Tommaso Landolfi che si sono tenute a Pico il 7 e 8 settembre scorsi.

A fare queste dichiarazioni sono stati Riccardo Finocchi dell’Università di Cassino, che ha portato i saluti del magnifico Rettore, Marco Dell’Isola, Clara Abatecola, presidente dell’associazione culturale Letterature dal Fronte, il sindaco di Pico Luigi Lepore.

Attori principali di questa seconda edizione delle giornate landolfiane sono stati esimi studiosi e critici landolfiani coordinati e moderati dai docenti dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, Riccardo Finocchi e Raissa Raskina.

Dopo i saluti inviati dalla professoressa Silvana Cirillo, ha preso la parola il giornalista Tarcisio Tarquini, già presidente del Conservatorio di Frosinone e grande studioso di Tommaso Landolfi che ha voluto sottolineare il rapporto dello scrittore con il territorio e, a questo proposito ha messo in risalto la diatriba tra Landolfi  e Bragaglia (ambedue ciociari) a proposito dell’ironica e malevola definizione che Landolfi dava di Frosinone nel suo racconto I contrafforti di Frosinone.

Andrea Cortellessa dell’università RomaTre, che è annoverato tra i maggiori  critici letterari italiani, ha tracciato il complicato profilo metalinguistico di Tommaso Landolfi. Si è soffermato  sull’uso innovativo e grottesco  della lingua ed ha evidenziato la capacità di Landolfi di  creare con le parole inventate effetti fantastici e surreali.

Isabella Pezzini docente di linguistica presso l’università La sapienza di Roma, sullo stesso tema, ha voluto mettere in risalto la lingua come soggetto di riflessione critica., mentre Paolo Trama  dell’Università Federico II di Napoli ha suscitato grande attenzione con la sua tesi relativa al bestiario landolfiano e al suo linguaggio, ricorrendo spesso a paralleli con il linguaggio di Eugenio Montale nella sua Elegia a Pico Farnese.

Daniele Giglioli dell’Università di Trento ha affrontato una tematica nuova nella ricerca filologica di Landolfi, quella del plagio letterario, riferendosi ad esempi presenti nella letteratura francese dell’Ottocento e del periodo della Russia di Boris Gudonov, prima dell’avvento dei Romanov.

Un bellissimo concerto di archi, flauto traversiere, clavicembalo e violoncello, condotti dalla flautista Renata Cataldi, ha onorato lo scrittore di Pico con musiche barocche. L’ensemble è una delle formazioni musicali più antiche di Napoli e ha presentato a Pico “Da Napoli, omaggio a Tommaso Landolfi”.  A seguire il docufilm prodotto dal comitato nazionale per il centenario della nascita di Tommaso Landolfi.

L’indomani domenica tutti si sono dati appuntamento nella piazza del paese, dove Emilia Antonetti ha presentato i percorsi landolfiani nel borgo; la giornata si è conclusa con un picnic alle pendici dei monti Aurunci, nei “luoghi di Gurù”, la protagonista di uno dei libri più noti di Tommaso Landolfi, La Pietra Lunare.

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