E il sole sorgerà lo stesso. Anche se a dire messa non sarà un discepolo o un prete, anche se a organizzare viaggi non saranno tour operator ma gruppi di preghiera, anche se le campane suonano troppe volte finendo sulle reti nazionali. Mentre la musica si accavalla in centro regalando notti in bianco a una parte di residenti (non necessariamente entusiasti fedeli) e nessuno se ne cura.
Perché la vita va avanti nonostante tutto. Quello che fa sorgere più di qualche sorriso è la violenza con cui in città ci si abbatte si persone e fatti. In ambienti che dovrebbero essere i più misericordiosi, i più propensi a perdonare e ascoltare. Davanti a consuetudini, davanti a persone che ogni giorno vengono interpellate, persone che diventano fulcro di attività e decisioni familiari, si va dritti finché non arriva un’ombra, un sospetto. Tutti santi fino a prova contraria… Tutti diavoli dopo una sola parola.
Basta poco, una frase, una lettera, un pettegolezzo bisbigliato all’ombra del tanto chiacchierato campanile. Lo stesso per il quale le coppie di sposini vengono “alle mani” per accaparrarsi la miglior data per il fatidico sì, lo stesso sotto il quale centinaia di genitori tirati a lucido vogliono sfilare per accompagnare i loro pargoli a ricevere la prima comunione, lo stesso dove tutti vogliono essere presenti e farsi vedere. Ah, quel campanile, bello e dannato!
E un giorno, uno come tanti accade che qualcosa non vada nel verso giusto, che tante circostanze si incastrino per caso o per volontà del fato. E tutto crolla. Un viaggio tanto desiderato e ben pagato di cui non c’è traccia, una messa di troppo in un santuario, una prolungata assenza e pettegolezzi che si rincorrono su presunti scandali e scelte di vita. Ed ecco servito un bel piatto di pettegolezzi estivi che neanche nelle commedie di Vanzina.
E tutti quelli che, fino a poco prima bisbigliavano e passavano il tempo a fantasticare al gioco del telefono facendosi il segno della croce nella penombra della navata, gridano allo scandalo. Quando alla fin fine poi gli scandali sono figli della comunità nella quale esplodono. E sono proprio le “regole” nate all’interno della comunità a far passare da protagonisti del gioco a oggetto di giudizio. La società può essere davvero meschina, anche la più credente e osservante. Qualcuno direbbe che anzi è la parte della società quasi peggiore.
Gli ingredienti per il caos
Ma andiamo con ordine, una messa concelebrata mesi fa senza essere sacerdote, in un luogo sacro dove si presuppone che qualcuno abbia dato un permesso, qualcuno abbia controllato, e un iter sia stato seguito. Altrimenti da domani chiunque indossi un saio o un abito talare anche comprato al negozio di carnevale si può presentare a portare la parola di Dio.
Una lettera anonima che descrive le presunte attività personali di uno o più personaggi di spicco della comunità cassinate, mano anonima, dettagli precisi. Descrizioni da far rabbrividire l’Umberto Eco de “Il nome della rosa”.
Biglietti per un viaggio negli States che non si trovano per una truffa, sembrerebbe, da oltre centomila euro. Cassinati contrariati e arrabbiati. Nessuna risposta immediata. Poi una denuncia.
Un messaggio misterioso arrivato sulla chat della parrocchia che annunciava un problema di salute anche particolarmente serio del diacono messo alla gogna, con richiesta di rispetto per questo delicato momento.
Una data importante per la comunità di fedeli e per il diacono che il 6 agosto a Canneto avrebbe compiuto un grande passo del suo percorso spirituale. Poi l’annuncio “il 6 non si farà nulla, la salute non lo permette”.
Pettegolezzi, mezzi discorsi, sguardi in piazza tra la calura e la ricerca dell’ombra. Parole che corrono e si rincorrono, un’ostentazione di spiegazioni, di foto dei “viandanti” degli States a dimostrazione della buona fede (perdonerà il lettore il gioco di parole), copie più o meno oscurate di denunce alle forze dell’ordine, un via vai di curiosi in parrocchia. I social che si scaldano su interpretazioni, scelte di posizioni, “io sto con”, “io so che”. Gli stessi che difendono sui social, sono spesso anche quelli che avvelenano i discorsi lontano dalle tastiere. Ma di questo molti non vedono o fanno finta di non vedere. D’Altronde chi è senza peccato scagli la prima… lettera anonima.
Quell’Epifania con Papa Francesco
Su una cosa però non c’è dubbio, al netto di quelle che possono essere le colpe, le verità e gli errori, ci sono delle evidenze. Come quando l’intera città e in particolare una vasta comunità di fedeli esultava orgogliosa di vedere proprio quel diacono al lato del Pontefice in occasione della messa dell’Epifania del 2019. E per stare lì forse qualcuno avrà controllato o dato i permessi. L’entusiasmo e la corsa a partecipare alle attività, alle ricorrenze, alle cerimonie di una determinata parrocchia piuttosto che un’altra. Evidenziare una amicizia profonda e antica con un parroco piuttosto che un altro, o credere ciecamente in una verità piuttosto che un’altra. Sbandierandolo pensando di rafforzare un concetto e rischiando, forse, di far aumentare dubbi e chiacchiericcio.
A decidere colpe, a stabilire eventuali punizioni o sanzioni non saranno i fedeli chiacchieroni o gli atei benpensanti. Sarà quella chiesa a cui molti si appellano, a cui molti chiedono – e ottengono-, a cui in parecchi credono per status sociale e in cui molti si rifugiano per devozione reale. E a cui tanti altri non credono.
Diverso il discorso per la questione della truffa, perché se è vero che è bello andare in viaggio con amici e conoscenti è bene che i preti facciano i preti e i tour operator facciano i tour operator. A ognuno il suo, sicuramente partire in comitiva si può fare anche senza passare per le vie del Signore. E forse è anche meglio.
Un agosto da dimenticare
Cosa resta a pochi giorni dal Ferragosto? Uno scandalo degno dei “Peccatori di Peyton Place”, foto ricordo dall’America di volti che non sono proprio assidui della messa domenicale ma che per l’occasione delle ferie si sono ritrovati parte integrante della comitiva parrocchiale, cassinati costretti a restare a casa perché senza biglietto, una lettera anonima che rimbalza di chat in chat con commenti del tipo “non la mandare a nessuno”. Un prete che sta facendo i conti con tutto il caos e un diacono che sta combattendo ben altre battaglie, ma che forse per “eccessivo entusiasmo” ha messo troppa carne a cuocere. E a volte la grigliata va male e la carne si brucia. Ma che dopo aver rimuginato qualche giorno ha deciso di scrivere la sua verità.
“Eccomi qui, ci metto la faccia consapevole di aver sbagliato.
Ho preso con troppa leggerezza, sia l’organizzazione dei viaggi che il momento della concelebrazione.
È molto triste il fatto che, quando ciò che faccio per la comunità va’ per il meglio, tutti mi dicono: “BRAVO! BELLO!” ma quando qualcosa va’ male per alcune persone e/o nel mio percorso ecclesiale i più puntano subito il dito giudicando la mia persona.
Ci tengo a chiarire che:
Già alcune persone sono state rimborsate e tutte lo saranno per le problematiche relative ai viaggi.
Già da tempo ho chiesto perdono per iscritto a Papa Francesco, il quale attraverso il DICASTERO DELLA DOTTRINA DELLA FEDE ha inviato una lettera a Sua Eccellenza il Vescovo comunicando di avermi perdonato e, dopo un periodo di riflessione, di poter proseguire il mio cammino.
Ringrazio i tanti che mi hanno raggiunto con la loro carezza: i semplici, gli umili, i poveri, i puri di cuore confortato ed esortato ad andare avanti con coraggio, grazie anche ai tanti sacerdoti affettuosi e vicini.
Ringrazio quei sacerdoti che hanno fatto di tutto pur di divulgare il mio errore, pregherò affinché smettano di fare i giudici ma si vestano di misericordia e comprensione, sempre se vivono veramente ciò che predicano.
Grazie a te caro D.A.R. che hai esultato per la mia mancata ordinazione, ringraziato Dio per la mia malattia, e che continui a gioire delle mie sofferenze.
In questo periodo ho ricevuto odio anche da altri e non so perché, vorrei tanto saperlo perché se ho fatto del male sono disposto a chiedere scusa, ma se non ho fatto nulla di male perché tanto accanimento?
Mai sono stato cattivo con qualcuno, eppure c’è chi ha voglia di distruggermi.
Lotto e, nonostante ciò, ce la farò perché sono in tanti accanto a me e li ringrazio, anche i carcerati che ho servito per molti anni, che hanno avuto in dono la mia carezza e il mio sorriso.
Prometto che tornerò a sorridere perché in molti me lo chiedete ed è chiaro che non sono me stesso senza l’allegria che mi ha sempre contraddistinto.
Tutti sbagliamo ma il vero cristiano sa chiedere e donare MISERICORDIA.
Grazie a tutti”
E una città che ancora una volta si ritrova nell’occhio del ciclone. Un quadro decisamente poco artistico.
La Santa Inquisizione è arrivata a bordo dell’alta velocità
E c’è chi tuona contro il vescovo, chi parla di scomunica, chi addirittura avrebbe visto i membri della Santa Inquisizione scendere dal treno in piazza Garibaldi e pernottare in un B&B del centro. Chi punta il dito all’eredità spirituale di Vittorelli, alla scissione della diocesi, all’inizio della tragedia, alle presunte colpe del vescovo che non ha saputo gestire, capire, ascoltare, osservare. Il caldo dà alla testa, e di caldo ne sta facendo molto.
C’è un aspetto da analizzare, Cassino ancora una volta si presta allo scandalino, al pettegolezzo. La città che vuole fare la capitale europea resta il paesotto di provincia. Tutti sanno, tutti pronti a giudicare, tutti pronti a giustificare, tutti pronti a difendere a prescindere. Tutti protagonisti delle vite degli altri. E tra qualche settimana, quando la bolla sarà esplosa (non quella pontificia), tutti si presenteranno come difensori della verità suprema, come puri. Si tornerà a chiedere una data per un sì, a sfilare per la prima comunione, a posare per una cresima. A chiedere con apprensione notizie del diacono. Per poi allontanarsi dal campanile bisbigliando e lanciandosi occhiatine di sottecchi. E una mano anonima starà già scrivendo la “verità” su qualcun altro, perché la comunità ha bisogno di carne e pettegolezzo, altrimenti in chiesa che peccati potrà mai confessare e cancellare con qualche Ave Maria?
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