Francesca sola e senza spesa in una comunità sempre più indifferente

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Una famiglia come tante, una coppia di anziani che vive in città. Entrambi con qualche problema di salute. I figli lontani o malati a loro volta. Una storia difficile, fatta di solitudine e indifferenza. E’ quanto è capitato alla signora Francesca (nome di fantasia) che nei giorni scorsi ha visto il marito lasciare la casa in cui abitano da diversi anni per essere ricoverato all’ospedale. Dall’ospedale hanno provato poi in tutti i modi a mettersi in contatto con la signora Francesca, per aggiornarla sullo stato di salute del marito. Ma il telefono ha continuano a squillare a vuoto per diversi giorni. A bussare alla porta della signora Francesca poi le forze dell’ordine. La donna, in evidente stato confusionale, non si era resa conto di quanto stava accadendo. L’unica certezza era l’assenza del marito in casa. A portare un po’ di spesa alla signora poi sono stati degli agenti di polizia, grazie anche all’aiuto di alcuni vicini di casa. La dolce signora Francesca, con il suo pigiamone e i suoi maglioni, ha accolto con il sorriso questi “estranei”. Ha raccontato della sua gioventù, di tempi ormai lontani. Quando poi le hanno paventato l’idea di essere trasferita in un luogo più adatto ha pensato che potesse essere una soluzione migliore. Così dolce e così pacata, ha ripercorso ancora una volta la sua vita, i suoi ricordi, i problemi con i familiari. Un viaggio difficile che l’ha portata oggi ad essere la donna che è, seppur con qualche problema di salute e con un po’ di confusione. Una situazione delicata come ce ne sono davvero troppe, anche in città come Cassino, dove sarebbe tutto più facile se l’indifferenza non regnasse sovrana come nella più fredda delle metropoli. Dopo una settimana di incertezze è arrivata un’ambulanza a prendere la signora Francesca, con il sorriso e i suoi modi d’altri tempi ha salutato quei vicini che con garbo e discrezione l’hanno aiutata in un momento d’emergenza. E a bordo del mezzo è stata portata via, verso un luogo dove poter essere assistita nella maniera più giusta, anche in attesa di novità sulla salute del marito.

Il peso della solitudine

Ed eccoci qua, una comunità intera intenta a discutere su un’isola pedonale, sulla corsa a uno scranno. Su funivie o poli logistici avveniristici. Tutti in campo per un quartiere o l’altro, per gli ultimi. Certo. Gli ultimi. Foto tra i banchi del mercato con bustine in mano, foto a stringere mani e a sorridere. Ma dietro quelle porte che restano chiuse, dietro quei silenzi e quegli sguardi nascosti, dietro le finestre uomini e donne, molti soli, molti spaventati, molti demotivati. Non c’è più fiducia, non c’è più la volontà di chiedere aiuto perché essere aiutati ha troppo spesso un costo. E quel costo più che economico è emotivo, un costo in termini di libertà. Inutile oggi correre ai ripari e cercare di capire l’identità della signora Francesca, come lei chissà quante altre persone. Uomini, donne, volti anonimi nella folla. Sarebbe bello se non ci fossero signore Francesca, ma più attenzione a chi ci vive accanto, a chi sussurra, a chi ha lo sguardo perso altrove. A chi ha bisogno solo di essere ascoltato, di una mano tesa e di un sorriso. A chi ha bisogno solo di essere rispettato.

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