Fratelli D’Italia…che a retromarcia va

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Se il tempo fosse un gambero, che a retromarcia va“. Il ritornello della canzone che da anche il titolo ad una delle commedie teatrali più famose d’Italia è frutto del genio di IaIa Fiastri, collaboratrice storica di Pietro Garinei e Alessandro Giovannini. Insomma quelli di ‘Aggiungi un posto a tavola‘ e ‘Alleluja Brava Gente‘. Una commedia che sembra aver inglobato, soltanto nella trama, non di certo nel genio creativo, i vertici provinciali di Fratelli D’Italia. Sappiamo che quattro partiti su cinque del centrodestra hanno sposato una candidatura condivisa. Piaccia o no questa è la realtà dei fatti e non ci soffermeremo di certo a disquisire sulla bontà del candidato, non spetta a noi. Fratelli D’Italia deve esprimere un nome ormai da cinque mesi. Sono passate quasi due stagioni e sul campo sono rimasti soltanto litigi, a volte anche spettacolari, oltre a un commissario che, purtroppo, non ha potuto far altro che constatare l’ingovernabilità di un circolo ancora legato per la gran parte a personalismi ‘assoluti’.

La rosa dei candidati

Da mesi c’è una rosa di candidati, di patrioti, per dirla alla Ruspandini maniera, che gira di tavolo in tavolo, senza però mai arrivare a una sintesi. Addirittura hanno fatto passare come una grande ‘operazione politica‘ e strategica la scrematura che ha portato da sei a quattro i nomi degli aspiranti candidati sindaco. E per far ciò è stata necessaria la nomina di un ‘commissario ad acta‘ e un lungo lavoro per arrivare a: un nulla di fatto.

Come se ciò non bastasse, al termine di una riunione notturna che si è svolta l’altra sera, ora apprendiamo che, grazie all’autorevole intervento del coordinatore provinciale, On. Massimo Ruspandini, finalmente, nelle prossime settimane, si potrebbe arrivare a ridurre i nomi da quattro a due. Che poi, però, dovranno essere vagliati dal tavolo provinciale dei partiti del centrodestra. Campa cavallo che l’erba cresce. Nel frattempo procede spedita la macchina elettorale del sindaco uscente che, seppur con diverse criticità e malumori, comunque ha una figura di riferimento.

Se vogliono cambiare le carte in tavola….

C’è però una constatazione da fare: se quattro quinti della coalizione di centrodestra, insieme a quattro movimenti civici, ha trovato la sintesi sul nome di Arturo Buongiovanni, proveniente dall’associazionismo e dal volontariato, una figura neutra che potrebbe garantire tutti, per quale motivo gli stessi partiti che l’hanno sottoscritta dovrebbero, ora, sedendosi in un tavolo provinciale, cambiare idea? A tal proposito, infatti, qualcuno avrebbe già comunicato ai propri vertici regionali che “se vogliono cambiare le carte in tavola, venissero a Cassino a fare le liste”.

La marcia indietro

Se non ricordiamo male ‘in principio era il verbo‘ e il centrodestra era unito. Lo direbbe pure un documento che, se la memoria non ci inganna, era stato sottoscritto anche da Fratelli D’Italia. Perché ieri sera il coordinatore provinciale Ruspandini ha fatto ingranare la retromarcia al suo partito? Abbiamo inteso che capitolare subito non avrebbe fatto fare una bella figura ai “meloniani”, ma ci potevano stare tantissimi modi per uscirne a testa alta, e non a marcia indietro. A meno che questa non sia una strategia di rottura, non di certo di unità. Oppure la solita tecnica utilizzata per barattare candidature altrove, magari in quel di Frosinone, col rischio che il bluff su Cassino, quindi, venga smascherato subito.

M.P.

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