Cassino, fuoco in aula tra regolamento per l’area pedonale e vendita della farmacia comunale

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Quasi cinque ore di lavoro in aula per uno degli ultimi consigli comunali di questa amministrazione. Si avvicinano a grandi passi le elezioni per il rinnovo delle cariche, giugno è dietro l’angolo, e si respira forte l’aria di campagna elettorale.

La querelle sul ricordo del prof. Pellecchia

Tra i vari punti all’ordine del giorno si sono alzati spesso i toni tra il consigliere d’opposizione Renato De Sanctis e il primo cittadino Salera. A domanda del primo il secondo non ha risparmiato accuse e recriminazioni. De Sanctis, come per sua indole, non ha trattenuto risposte dai toni ancora più alti. Insomma niente di nuovo all’orizzonte, in pratica a molte delle richieste di De Sanctis le risposte sono state caustiche. Ad aprire i lavori in aula un intervento di Marandola in memoria del Prof. Pellecchia, poi un minuto di silenzio annunciato dalla presidente dell’aula Di Rollo: “Esprimo a nome di tutto il Consiglio Comunale le condoglianze a tutta la famiglia”. Ha infine preso la parola il sindaco “Solo per sottolineare ancora di più ciò che ha detto il consigliere Marandola, avevamo concordato a nome della maggioranza quindi a nome mio personale e di tutta la maggioranza e credo le parole del consigliere Marandola siano fatte proprie da tutto il consiglio comunale, questo minuto di silenzio per il professor Fausto Pellecchia”.

De Sanctis ha voluto evidenziare come l’aver sottolineato più volte dal sindaco che il momento dedicato alla memoria di Pellecchia fosse stato frutto di una volontà sua personale e della maggioranza, fosse una scelta sgarbata nei confronti della minoranza, come a volerla tenere fuori dal pensiero condiviso. Seppur in definitiva nelle sue parole il primo cittadino abbia detto che il messaggio potesse essere comunque condiviso da tutta l’amministrazione. Per alcuni in aula una questione di lana caprina, per altri invece condivisibile la sottolineatura di De Sanctis. Chissà cosa avrebbe pensato e detto il buon Pellecchia.

Regolamento dell’area pedonale: partiti bene e arrivati divisi

Due i punti principali che hanno visto l’aula scaldarsi: il regolamento dell’area pedonale e la questione della vendita della farmacia comunale di San Bartolomeo.

Ma andiamo con ordine, per quanto riguarda il regolamento sembra che tutto fosse stato già preparato per evitare discussioni, la commissione preposta ha lavorato di concerto per offrire alla città regole e indicazioni per la gestione del nuovo spazio pubblico. A illustrare il regolamento, per sommi capi, l’assessore Petrillo. Bambini fino a 12 anni accompagnati da adulti, no a bici (sopra i 12 anni solo portate a mano), no a veicoli elettrici, overboard, skateboard, monopattini. Per i locali possibilità di occupare spazio esterno come da proiezione delle vetrine del locale, entro le linee tracciate dagli alberi e senza andare a interferire con le panchine, che ovviamente devono restare fruibili. Dettate le regole per il commercio temporaneo, ovviamente si dovrà lasciare libero il passaggio agevole per entrare nei negozi e nei portoni.

Previste nuove tariffe da pagare per l’occupazione del suolo pubblico. Potranno entrare mezzi autorizzati, per funerali e matrimoni solo i mezzi legati alla celebrazione, sarà regolato il carico e lo scarico merci e potranno entrare i mezzi per la pulizia, ovviamente. Tutelate, secondo quanto descritto dalla Petrillo, le posizioni e le esigenze di residenti, commercianti e cittadini. E quando tutto sembrava essere chiuso e pronto a incassare il sì unanime, le cose si sono incrinate. Prima un emendamento proposto dal consigliere Terranova rispetto agli spazi da lasciare liberi, poi la Bevilacqua contraria all’impossibilità di poter utilizzare bici, skate e monopattini e all’obbligo di accompagnamento per i ragazzi sotto i 12 anni che, secondo la consigliera, dovrebbero avere libertà di poter usufruire di questo spazio con i mezzi vietati ed eventualmente anche da soli per i ragazzi più grandini, dai dieci anni in su. De Sanctis che ha chiesto di rivedere la questione del deposito serale di ombrelloni, tavoli, sedie e funghi per il riscaldamento.

Da regolamento tutto deve essere riposto nel locale, ma per alcuni locali sarebbe impossibile a causa degli spazi interni ristretti. Ed ecco un punto dolente, evidenziato dal consigliere Fiorentino, la questione è proprio questa: chi ha un locale di un tot di metri quadrati non può occupare esternamente uno spazio dieci volte più grande. Quindi l’arredo esterno dovrebbe poter entrare nel locale di appartenenza. Ed è questo uno degli aspetti che molti residenti e cittadini hanno spesso evidenziato, come molti locali abbiano ormai occupato gran parte dell’area pedonale. De Sanctis ha chiesto di valutare la modifica e di permettere ai locali di lasciare gli arredi posizionati in maniera ordinata a in appositi spazi regolamentati dalle 24 alle 7, ma la proposta non è stata ben vista in aula. Il consigliere Russo ha incalzato l’assessore Capitanio ad agire in maniera più mirata con controlli fin da subito, senza aspettare che vada in vigore il regolamento. “Ad oggi già si sono registrate tante situazioni fuori controllo e sotto gli occhi di tutti”. E il castello costruito con impegno per chiudere la questione regolamento tutti d’accordo è crollato.

Alla fine il regolamento è stato approvato ma con quattro voti contrari Evangelista, Borraccio, De Sanctis, Bevilacqua.

Farmacia comunale: due visioni opposte. L’aula s’infiamma

Quando il consiglio volgeva ormai al termine la questione sulla vendita della farmacia comunale ha creato un vero e proprio terremoto. L’assessore Carlino ha spiegato le motivazioni alla base della scelta, affondando le radici di questa scelta prima nel 2015, poi nel 2018. “Un percorso che era stato già più volte preso in analisi”. Quasi a voler giustificare poi la decisione alla quale si è arrivati adesso.

La vendita della farmacia comunale potrebbe portare nelle casse del Comune da 1.300.000 euro a un 1.500.000 tanto è stato valutato da un’equipe di professionisti incaricata di valutare la situazione economica. Come piano B ci sarebbe la possibilità di darla in concessione 20 anni a 4.800 euro al mese, 25 anni a 4.300 euro circa o 30 anni a 3.900 euro circa. E anche su questo punto scontro aperto tra De Sanctis e il sindaco, intervenuti nel dibattito poi a gamba tesa il consigliere Terranova, il consigliere Evangelista e il consigliere Borraccio.

“Non è possibile rinunciare a una farmacia comunale che rappresenta un bene dell’intera collettività, un servizio alla società. Converrebbe valutare altre ipotesi, tra cui quella di accendere un mutuo per avere una cifra a disposizione e continuare a tenere la struttura dandola in concessione. Ci sono dei farmaci che in quella farmacia vengono venduti a prezzi ridotti e che motivano tanti cittadini a spostarsi dal centro per acquistarli”. Il sindaco ha tuonato “La farmacia di fatto è già gestita dal privato, i prezzi sono decisi in base ad altri fattori e non ci sono prezzi calmierati per il fatto che si tratta di una farmacia comunale. Vendendola sicuramente potremmo incassare una cifra che potrebbe essere investita per riqualificare il quartiere e potremmo addirittura ottenere un’altra concessione per un’altra farmacia. Sarebbe un doppio traguardo”. De Sanctis, come un toro quando vede rosso, ha ipotizzato a una scelta da “campagna elettorale”: “Una decisione del genere a pochi mesi dalle elezioni, per un investimento e una promessa di riqualificazione, l’ennesima, al quartiere di San Bartolomeo che lo stesso consigliere Terranova, che oggi chiede che questi fondi siano investiti per tutta una serie di interventi da realizzare nella zona, aveva descritto come un quartiere dove tutto era ok e non c’era nulla da fare solo qualche tempo fa proprio in questa aula. Pensiamo almeno ad altre soluzioni affinché la città non venda un bene della comunità”. A De Sanctis ha fatto eco la Borraccio: “Va bene riqualificare il quartiere di San Bartolomeo, mi viene un sorriso pensando che il collega Terranova più volte nell’aula e sulla stampa mi abbia contraddetto quando ho evidenziato che nella zona si registrano molti disservizi. Ha sempre detto che non era vero e ora invece sollecita interventi necessari. Comunque per la questione della vendita della farmacia comunale credo sia opportuno valutare altre strade”.

Evangelista ha aggiunto “Come si fa a pensare di fare una scelta simile? Per riqualificare un quartiere si vende la farmacia? Allora per i lavori a Sant’Angelo che facciamo, vendiamo la chiesa? Non è questo il principio da seguire. Poi ci sono lavoratori e il luogo nel quale è collocata: la farmacia ha un senso anche perché serve i residenti del quartiere”. Due visioni completamente opposte, impossibile incastrarle. Per il sindaco e la sua maggioranza la vendita della farmacia è necessaria, il ricavato potrebbe essere usato per i lavori nel quartiere e, qualora ci fossero fondi residui, potrebbero essere usati anche altrove. “I posti di lavoro saranno tutelati e inseriremo anche una clausola che prevede di non spostare la farmacia in altra zona” ha chiosato il sindaco.

Alla fine della discussione ognuno è rimasto sulla sua posizione, alla votazione in quattro hanno detto No, Bevilacqua, De Sanctis, Borraccio, Russo. Evangelista, dopo l’intervento ha lasciato l’aula senza votare. In 14 hanno detto sì.

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