Cassino, il doloroso addio a Fausto Pellecchia: uomo del pensiero libero

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In tantissimi si sono ritrovati per l’ultimo, doloroso saluto a Fausto Pellecchia. Docente, politico, ispiratore di dibattito e di spirito critico. Baluardo di una generazione che tanto ha fatto sul territorio e che ha donato alla cultura quella posizione centrale che ha mosso il mondo per decenni. Presenti giovani, meno giovani, volti segnati dal tempo. Amici di partito, studenti diventati ormai uomini, compagni di scuola e di vita. Le persone arrivate per salutare Fausto, così diverse e così lontane tra loro per età, ceto sociale e idee politiche, possono ben rappresentare l’uomo che è stato nella sua vita. Un insieme di tante realtà in una libertà costante, effervescente.

Il ricordo dell’amico Luigi Montanelli

Tanti i volti noti presenti tra i banchi della chiesa di Sant’Antonio. A prendere la parola, al termine del rito, un amico di sempre in nome di tutta la “combriccola” che per anni hanno saputo coltivare l’amicizia nel nome della lealtà, del confronto, della crescita culturale, della divergenza pacata. E le parole dell’avvocato Luigi Montanelli hanno saputo tracciare in pochi minuti una vita intera, un ritratto della comunità cassinate che ha saputo fare la differenza oltre i dettami della convenzione, oltre le imposizioni della società, oltre le regole delle apparenze.

“lo ho conosciuto Fausto in una tarda e soleggiata mattina di 63 anni fa.
L’auto sulla quale viaggiava con il padre, Gioacchino Pellecchia, importante critico letterario, prima docente e poi preside di Liceo, docente anche mio, aveva forato.
lo passavo in auto con mio padre, che era amico del suo, e ci fermammo.
Incontrai Fausto qualche mese dopo nella mia stessa classe di prima media.
Poi proseguimmo insieme nel Liceo. Ci sono altri cari amici in Chiesa che fecero con noi lo stesso percorso, che culminò in “quelli della terza A”, che oggi, addolorati, lo piangono.
E poi, siamo rimasti sempre insieme. Dall’infanzia alla senilità.
E oggi mi manca.

Abbiamo condiviso conoscenze ed esperienze. Siamo stati amici veri.

L’amico vero è quello al quale si confidano gli insuccessi, senza pudori, senza timore di mettersi a nudo, e noi lo abbiamo fatto.

Fausto era un uomo libero. Senza schemi e condizionamenti di sorta, Senza omologazioni di convenienza”. La voce rotta dalla commozione, Montanelli ha continuato ricordando un breve video realizzato da Fausto, “Un’intervista nei panni Albert Camus, in cui risponde sui temi della esistenza, per affrontare la quale la strada maestra è nella solidarietà e nella collaborazione. Contro un sistema ammalato dall’individualismo e dalla conseguente solitudine, gli uomini, nei quali ci sono cose degne di ammirazione, devono agire collettivamente, uniti da ideali positivi, perseguiti con determinazione e con forza.
Solidarietà è amare concretamente è prassi (così Matteo nel suo Vangelo)”

E ancora un pensiero “Arriverà la nostalgia di te, ma non sarà di rimpianto, bensì – prendendo in prestito le parole recenti di Massimo Recalcati – sarà una nostalgia di “gratitudine”, perché attraverso i tuoi dettagli indelebili, darà “la forza per agire nell’avvenire e nel rinnovamento della vita futura”. Sarà come il fenomeno della luce delle stelle spente, astri che non esistono più nello spazio, la cui luce ci arriva dopo anni. Una assenza, dunque, che si rende presente, che continuerà a rendersi presente“.

Una dedica che va oltre ogni legame e che sintetizza l’uomo, il professore, l’amico, il politico

Poi un ultimo messaggio. E una dedica che solo un amico con cui si è condivisa una vita intera, fatta di piccoli istanti, di grandi conquiste e di molti silenzi può fare. “E te, che sei stato coraggiosamente un uomo libero, io desidero salutare con queste parole tratte dai diari di Wittgenstein:

Si potrebbe fissare il prezzo dei pensieri

Alcuni costano molto, altri poco.

E con che cosa si pagano i pensieri?

Io credo così: con il coraggio”.

Il coraggio della libertà che tu hai avuto”.

Il cordoglio del mondo accademico

In rappresentanza dell’Unicas la professoressa Giulia Orofino, rettore vicario dell’ateneo cassinate. “Oggi mi faccio portavoce del cordoglio di tutta l’Università, del rettore, dei colleghi, di tutta la comunità dove Fausto ha trasmesso la passione per la filosofia a intere generazioni. Studente e studentesse che lo hanno amato, stimato e che in questi giorni di profondo dolore lo hanno ricordato con gratitudine. Lo faccio con il cuore perché Fausto era nemico di ogni retorica, chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo non potrà non rimpiangere la sua vivacità, la sua curiosità ma anche il suo garbo e la sua grande umanità. Fausto è stato un collega che ha saputo interpretare in senso più altro la missione della ricerca e dell’insegnamento. Un pilastro della storia della nostra Università. Un pilastro in ambito sociale, politico. Ma è stato soprattutto una amico carissimo. Per questo porta via con sé anche un pezzo della nostra vita”.

Applausi scroscianti dopo gli interventi, un pensiero corale di rispetto per l’uomo, per il docente, per l’amico andato via troppo prematuramente, all’improvviso.

Ed è così, mancherà vederlo passeggiare per le strade del centro, con il suo modo di fare, con i suoi immancabili baffi e quegli occhi che a tratti incutevano timore, a tratti lasciavano intravedere un mondo di pensieri e di costrutti filosofici. A rimpiangerlo i suoi studenti, i colleghi, gli amici di partito. L’intera comunità cassinate.

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