Cassino, il trasloco Conte-Stimmatine infiamma anche le… primarie

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Il dibattito infuocato tra amministratori e genitori, divisi tra pro e contro, ha coinvolto anche i candidati delle primarie. A scendere in campo Domenico Natale e Giuseppe Sebastianelli.

La posizione di Natale

“La questione “scuola Conte-Stimmatine” non riguarda solo la soluzione di un problema strutturale o di carattere logistico relativo al trasferimento degli alunni dalla scuola di via XX Settembre all’edificio di Corso della Repubblica, presso il palazzo oggi in fitto ad una società che fa capo al figlio di un consigliere comunale. Questa vicenda ha radici che vanno a toccare interessi privati, al di là della correttezza delle procedure burocratiche e dell’interesse pubblico relativo alla continuità didattica a cui si è voluto dare una risposta” lo sottolinea Domenico Natale, candidato alle primarie dei civici che si terranno il 28 gennaio.
“La protesta da parte di genitori, che giustamente si lamentano per l’inizio dei lavori avvenuto ad anno scolastico avviato, evidenzia – prosegue Natale – le conseguenze di ritardi nella programmazione degli interventi visto che l’amministrazione del sindaco Salera aveva da tempo a disposizione i fondi necessari per procedere col cantiere della demolizione e ricostruzione”.
“Un altro aspetto riguarda il fitto dell’immobile delle Stimmatine – sottolinea ancora l’aspirante candidato sindaco -: infatti ritengo che andasse compiuta un’accurata indagine sui fabbricati pubblici dismessi o sottoutilizzati, anche da parte di altre istituzioni che non siano il Comune, prima di procedere al reperimento sul mercato dei privati di locali da destinare per quasi tre anni ad aule scolastiche. Per questo ritengo che ci troviamo di fronte ad una operazione dal profilo prevalentemente commerciale e che pone in secondo piano l’interesse pubblico a risparmiare a tutti i costi sulle risorse delle casse comunali”.
“Senza contare il fatto – afferma ancora Natale – che l’impegno per un milione di euro, sia pur nell’arco dei tre anni, avrebbe consigliato maggiori circospezione e pubblicità: questi sono gli aspetti che il sindaco Salera dovrebbe spiegare ai cassinati per sgombrare il campo rispetto a qualsiasi voce su presunti favoritismi. Del resto l’amministrazione ed il primo cittadino, al di là di polemiche politiche e di divergenze sulle azioni amministrative, sono sicuramente interessati solo e soltanto a svolgere al meglio il servizio a vantaggio della nostra collettività. Offro loro, quindi, almeno argomenti di riflessione e chiedo che vaglino l’ipotesi di un pubblico chiarimento su questo argomento di cui, peraltro, parla da settimane tutta la città”.

Sebastianelli “Tabula rasa della storia della nostra città”

Quando le opere pubbliche iniziate vengono propagandate come già realizzate, quando le opere pubbliche vengono appaltate alla vigilia del rinnovo del consiglio comunale, ecco questo tipo di atteggiamento ha solo una certificazione: quella che negli anni precedenti non si è fatto nulla. Un sistema che nella prima repubblica le minoranza oggi maggioranza le definivano asfalto elettorali e opere pubbliche, per acchiappare il consenso. Oggi nella mia città, per ottenere il consenso elettorale si chiude una scuola, si allestisce un cantiere con tanto di cartello riportante la dicitura ‘vietato l’accesso ai non addetti ai lavori’ (tranne gli alunni ovviamente) e si prendono in affitto locali non ancora utilizzabili ai fini scolastici. Cosa importa se un cartello riporta le regole da rispettare secondo la Legge mentre in realtà accade l’esatto contrario. Perché collocare i ragazzi in un edificio realizzato decenni prima di quello che ospita la media ‘Conte’ è da menti eccelse quasi da intelligenza artificiale ed io evidentemente non sono al passo con i tempi se non riesco a cogliere determinate sfumature. Ho sempre pensato che gli alunni fossero più al sicuro in una scuola a pian terreno come la ‘Conte’ che in una di tre piani in barba alle norme antisismiche. Devo confessare che la disinvoltura con cui si assumono certe decisioni, cioè di fare nuovamente tabula rasa della storia della nostra città, non è da intelligenza artificiale ma l’atteggiamento di un’amministrazione che vuole il ottenere consenso stravolgendo la città, cambiando idee su tutto, in dispregio di chi una città l’ha fatta risorgere dalle macerie della distruzione”.

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