Cassino e la legalità a velocità variabile

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Questa mattina la città si è svegliata con uno dei quartieri più popolosi praticamente bloccato. Residenti senza parole al Colosseo. Forze dell’ordine in azione: Polizia, Carabinieri, Stradale, Vigili del Fuoco, Municipale. L’obiettivo? I banchi della frutta situati nei pressi della rotatoria di San Benedetto, all’ingresso della città. E quelli dei fiori che si trovano davanti alla chiesa di San Pietro. Strutture da smantellare, perché considerate abusive. Strutture che si trovano in quelle zone da decenni, quasi 50 anni. Già negli anni passati in diverse occasioni le forze dell’ordine avevano cercato di eliminare le strutture. Ma i proprietari, famiglie che gestiscono le strutture fin dall’inizio, avevano fatto sentire le loro ragioni attraverso i loro legali. Questa mattina, però, non c’è stato verso, e nonostante il rammarico e il dolore dei proprietari, non c’è stata alternativa. Le strutture sono state svuotate e per ore le forze dell’ordine con operai del Comune si sono dati da fare per liberare le zone.

La legge e l’uomo

Non volendo entrare nel merito dell’iter giudiziario, aspetto che compete esclusivamente agli uomini e alle donne di legge, è il caso di analizzare l’aspetto umano. Quello che vede tutta una comunità d’accordo sulla necessità di controllare documenti e permessi, ma che non capisce o condivide uno spiegamento di forze dell’ordine nella misura in cui si è registrato stamattina. Un centinaio di uomini, forse di più. Una delle principali arterie stradali di accesso alla città completamente bloccata, in un giorno a cavallo tra due festivi, in un giorno di mercato. Numerosi mezzi, camionette. Ambulanza, perché una delle donne coinvolte ha accusato un malore. Perché proprio oggi? Perché, si domandano tutti, proprio di sabato, 9 dicembre? Il legale delle famiglie coinvolte si darà immediatamente da fare, ma ha di fronte un weekend. E intanto il Natale è alle porte e le persone che lavoravano in queste strutture le prossime settimane dovranno affrontare le feste con un peso sul cuore. Non si parla di qualche personaggio di mezza età, si parla di anziani, di neo famiglie, di bambini anche molto piccoli.

Dolore e rammarico, ma anche tanta dignità

E se è vero che quei banchi di frutta e verdura, di fiori, quelle statue di gesso posizionate alle porte della città non erano proprio il top dell’ingresso a Cassino, è vero pure che per decenni sono rimaste lì senza vedere eccessivi “movimenti” o “controlli”, se non uno ogni tanto. Aspetti di volta in volta sanati, con eventuali sanzioni pagate e azioni legali necessarie a mantenere aperte le attività. Ma la legge e le regole vanno rispettate, a questo ci penseranno forze dell’ordine, avvocati e figure atte a farlo. Di questo ne sono consapevoli anche i gestori che hanno avuto un confronto tranquillismo, quasi cordiale con le forze dell’ordine intervenute. “Hanno mandato tanti di quegli uomini, manco fossi Pablo Escobar o Messina Denaro – ha esclamato Enrico Morra – E manco per loro forse ne sono intervenuti tanti”. Enrico lo conoscono tutti, non ha mai negato un aiuto a persone e famiglie in difficoltà, perché sa cosa significa dover mettere qualcosa sulla tavola. Ha sempre offerto sostegno anche ad associazioni di volontariato e beneficienza. Forse può sembrare un po’ burbero, ma un gran lavoratore. Nonostante la malattia. Questo è innegabile.

Una statua di Maria, una firma falsa o un tavolo in piazza: tutto è legalità e ci sono regole per tutti

Sarebbe bello però se le regole fossero rispettate da tutti, se venissero fatte rispettare da tutti. Perché se una statua della Madonna, di un santo o di un nano posizionate in un’aiuola, o un banco posizionato su un marciapiedi non vanno bene, in questa città di irregolarità o presunte tali, situazioni da monitorare almeno, ce ne sarebbero diverse. E’ giusto che chi di dovere proceda nel sentiero della legalità. Ma poi ci vengono in mente altri fatti che aspettano evoluzioni, come l’inchiesta sul voto di scambio e firme false, dove sembra tutto tacere da mesi, più di un anno. Dove altre attività hanno strutture, tavoli, banchi sistemati in piazze e marciapiedi, forse in aree più vaste del previsto, del dovuto. Dove incivili continuano a parcheggiare su posti riservati ai disabili. La comunità va tutelata in ogni suo aspetto, la legalità non può spiegare cento uomini per due banchi di frutta e verdura e di fiori, e lasciare passare mesi per vedere la legge procedere nelle aule. La discrepanza è sotto gli occhi di tutti, è nel sistema nella sua totalità. Poi nelle giornate dedicate alla legalità, in quelle in cui tutti postano frasi e foto di Falcone e Borsellino, non serve farsi avanti. Non servono sfilate. Serve mandare avanti tutti i sentieri che conducono alla legalità, in tutti gli ambiti, tutti i giorni, in tutti gli strati della società, per tutti i reati. Oggi il sole è calato così in una gelida giornata invernale. Chissà che domani ci sia una nuova alba e novità anche per altre inchieste e altri controlli. Intanto una Madonna è “in viaggio”, donata da Enrico al Comune.

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