Un mese fa si spegneva Giulio D’Aliesio, il dolore ancora toglie il respiro

2 MIN

Un mese fa il giovane dai riccioli disordinati e dallo sguardo sognatore moriva lungo i tornanti di Montecassino. In sella alla sua moto, in una serata come tante di un inizio di autunno che sembrava più una di quelle calde estive in cui si ha piacere a rincasare quanto più tardi possibile. Giulio se ne è andato via così, troppo presto, strappato con violenza all’amore della famiglia, degli amici. Oggi alle 16.30 nella chiesa di San Giovanni sarà celebrata una messa in suo ricordo.

Una vita davanti, tante storie da vivere, ancora qualche errore da commettere e risultati da raggiungere. Il giorno del suo funerale, arrivato dopo così tanta attesa, i suoi amici erano devastati. I compagni della Banda Don Bosco non avevano fiato e forza per suonare, le lacrime bollenti hanno segnato i loro visi, altrettanto giovani, altrettanto pieni di speranze e di sogni.

Occhi gonfi tra i suoi amici appassionati di moto, arrivati in sella alle loro due ruote rombanti.

Devastati i genitori. Il fratello. I familiari. Come può una madre accettare una perdita così grande. Come si può continuare a vivere sapendo che quanto di più caro al mondo non c’è più. E svegliarsi nel cuore della notte sperando di trovarlo nel suo letto, andare a fare la spesa e comprare proprio quei biscotti di cui andava pazzo. Trovare una maglia o un paio di scarpe particolari e pensare di prenderglieli per Natale. Si. Natale. Compleanni. Continuare a pensare al futuro quando l’attimo di Giulio si è fermato, così, una cesura netta. DI notte, nel buio, sotto le stelle. Una morte violenta. Cattiva.

Quando si nasce, il taglio del cordone ombelicale rappresenta il vero istante di passaggio alla vita. Da quel momento si viene fisicamente separati dalla madre e si inizia a respirare con i propri polmoni, si entra ufficialmente in contatto con il mondo. Ma quando un figlio muore, quel respiro che ha conquistato venendo alla luce, con quel taglio dal legame fisico con la madre, si interrompe. E così anche una madre perde l’aria. Continua a sopravvivere. Lo fa per l’amore di chi resta. Lo fa perché deve. Lo fa perché è “giusto così”. Nessuna parola, abbraccio, dono potrà mai riportare l’aria fresca in una madre. Ma l’amore di chi rimane può continuare a ricordare per sempre chi non c’è più.

E Giulio resterà nei cuori e nei ricordi di chi lo ha conosciuto, di chi di lui si è innamorato, negli amici con i quali ha condiviso segreti e avventure. Se questo è ciò che resta di chi non è più tra noi, allora anche una foto, un racconto o una pietanza speciale rappresentano un fiore nel deserto della perdita.

Clicca qui per leggere ulteriori notizie

Lascia un commento