Il centrodestra, le primarie e il candidato che già c’era

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Tra qualche mese Cassino uscirà dal dissesto. E adesso comincerà il solito balzello dei meriti e allora, prima che qualcuno si arroghi il diritto di dire che ha fatto tutto lui, ricostruiamo la vicenda.

Un po’ di storia

Cassino dichiara il dissesto finanziario il 25 giugno 2018 con una scelta tecnico-politica coraggiosa dell’allora sindaco Carlo Maria D’Alessandro e dell’assessore Ulderico Schimperna. Nessuno ci credeva, nemmeno gli uomini di maggioranza che hanno sempre contestato la scelta di Carlo Maria. Ma erano pur sempre dei tecnici prestati alla politica che sapevano il fatto loro. Sapevano che i debiti erano tanti e che non sarebbe stato possibile pagarli.
Lo stesso organo straordinario di liquidazione nella delibera sostiene che proprio nel 2017 le richieste dell’ingegnere D’Alessandro agli uffici comunali di tirare finalmente fuori tutto dai cassetti avevano portato all’effettivo riscontro dell’ammontare del debito.

Carletto lo sapeva

Sapeva Carletto che il tutto sarebbe stato gestito da un organo terzo, nominato dal Ministero dell’Interno, ovvero l’organismo straordinario di liquidazione che qualche giorno fa ha detto che sono stati pagati debiti per quasi 19 milioni di euro e non ne sono stati riconosciuti quasi 20 milioni e restano nelle casse del comune sei milioni di euro.
Manca ancora un dato importante ovvero quello di creditori che non hanno accettato le transazioni e che restano creditori del comune.

Ma il Ministero dell’Interno aveva già detto nel 2019 che il piano di riequilibrio di Carlo Maria, ovvero il suo bilancio stabilmente riequilibrato adottato dal commissario Basile succedutogli dopo le dimissioni di massa, funzionava e consentiva al comune di Cassino di ripartire.
In tutti questi anni dal 2019 in poi l’attuale amministrazione ha potuto beneficiare di quella decisione, partendo con un bilancio pulito di tutto il debito pregresso. Ha chiesto finanziamenti, ha fatto opere (discutibili), ha preso decisioni grazie ai soldi che questa volta c’erano.

Ma non ci credeva nessuno

Ma la OSL dice qualcosa di più: non è possibile individuare i colpevoli anche se la Corte dei Conti nel passato aveva evidenziato che c’erano delle grosse criticità nel bilancio del 2007, quando era sindaco Scittarelli, e nei bilanci 2011-2012, ovvero quando il sindaco era Petrarcone e l’assessore al bilancio era proprio Salera, anche se aveva aderito ad un piano di riequilibrio, rivelatosi poi non sostenibile.

Ma il centrodestra è sempre ai ferri corti

Il buon ingegnere Carlo Maria e il suo assessore e professore Ulderico, da uomini dello stato, sapevano quello che facevano, ma ciononostante sono in pochi ad avergli creduto.
Ma questa notizia giunge proprio nel momento in cui il centro-destra è ai ferri corti, quello stesso centro-destra che aveva mandato a casa prima Schimperna e poi D’Alessandro.
Ora, chi aveva abbandonato quella amministrazione prima che la nave affondasse, grida alle primarie. E chi dovrebbe indicare il candidato a sindaco perché il partito ha ottenuto una valanga di voti alle ultime elezioni nazionali e regionali, non si esprime.

Il dato incontrovertibile

Eppure c’è qualcuno più in alto di tutti che dice al centrodestra che il candidato a sindaco già ce l’aveva, da anni. Lo dice il ministero dell’Interno tramite i suoi tecnici delegati alla gestione del dissesto del comune di Cassino.
D’Alessandro fece bene, e salvò il comune di Cassino. E questo è ora un fatto. Incontrovertibile. Ma la politica è il tutto e il contrario di tutto.

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