Cassino, Marino (DN):«Le primarie? Ormai sono diventate un teatrino».

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Il dibattito sulle cosiddette “primarie” era nato in un modo decisamente interessante, creando occasioni di riflessione all’interno del Centrodestra, che ha sicuramente l’ovvia necessità di concretizzare la forza elettorale che puntualmente esce dalle urne. Adesso, però, fra citazioni filosofiche dotte, interventi a getto continuo (quasi tutti fossero improvvisamente affetti da disturbo compulsivo) e comunicati di gente che con il Centrodestra non ha nulla a che fare si assiste purtroppo all’ennesima occasione mancata. Capisco che nella società dell’immagine l’apparire è più importante della sostanza, ma mi sembra che quello che si sta sviluppando sia più che altro un teatrino mediatico con caratteri di farsa, piuttosto che un vero dibattito politico.

Se devo essere sincero, quasi tutto ciò che leggo mi ricorda tanto il borbonico motto “Facit’ ammuina”: insomma, usiamo qualche arma di distrazione di massa, per nascondere un progetto programmatico che non c’è.

Una sintesi programmatica

Perché non si può definire “programma” l’unico collante dell’essere contro l’amministrazione sovietica di Salera e compagni. Noi ci siamo già passati in qualità di vittime, e le storie -tristissime- dell’Ulivo e dell’Unione ci avrebbero dovuto insegnare che lo stare insieme “contro” non permette mai di governare. Quindi, forse in primo luogo dovremmo capire “per” che cosa il Centrodestra deve essere unito. Anzi, non dovremmo neanche capirlo, perché lo sappiamo già, e il governo nazionale e regionale stanno lì a indicare la strada.

L’abdicazione della politica alla soluzione dei problemi (anche di questo tipo di problemi: programmi, alleanze, candidature) conduce sempre alle sconcezze di marca grillino-populista, con i risultati che già conosciamo. Pertanto, ritengo che in primo luogo sia necessario, da parte dei Partiti della coalizione di Centrodestra, sforzarsi di trovare una sintesi programmatica all’interno di un campo di gioco ben chiaro e poco incline a tentazioni inciuciste; successivamente, una volta raggiunta l’unità politica e programmatica con un’identità chiara di coalizione, cercare di individuare in armonia e trasparenza la candidatura da proporre alla Città. Non

Il regime dei Soviet

Ed è ovviamente un diritto-dovere che l’espressione di questa candidatura spetti in prima battuta a chi maggiormente si rispecchia nel contesto di maggior consenso a ogni livello. Bisogna far presto, è ovvio. Anche perché, in caso di fallimento del tentativo, allora sì che sarebbe naturale e giusto ricorrere a uno strumento popolare, da approntare con regole chiare e inderogabili, per individuare la donna o l’uomo che -ne sono certo- sconfiggerà il Regime dei Soviet. Ma la politica non deve abdicare mai al suo ruolo, fatto a volte di onori, ma anche di scelte e sacrifici personali onerosi.

Fabio Marino – Presidente “Destra Nuova”

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